Quintetto strumentale di Foligno con un nome vagamente progressive, che è anche il titolo di un drammatico libro di Salvatore Parlagreco e del relativo film di Stefano Incerti, L’Uomo di Vetro esordisce con questa autoproduzione postrock di 8 tracce per 48 minuti che esplora, come i pittori romantici, i contrasti forti tra le luci e le ombre. Direi come in un dipinto di Salvator Rosa o Goya, negli angoli bui della musica di L’Uomo di Vetro si cela il mistero, se non il pericolo incombente, ed alcune composizioni assumono carattere struggente, malinconico, gotico.
Il gruppo decide di non sconfinare quasi mai nel rock matematico puro, e preferisce atmosfere più psichedeliche coerenti del resto col vento che soffia negli ultimi tempi nel genere in questione, ma servirebbe secondo me una varietà ancora maggiore di registri, non tanto all’interno del singolo pezzo, dove i nostri già si fanno in quattro per ricercare cambi di ritmo ed incisi quai jazz, ma anche tra un pezzo e l’altro, specie per un lavoro post rock così lungo.
Il disco, per il resto, è prodotto bene in studio, e piace anche la copertina semplice disegnata a china;
‘Ausgang Berlin’ in apertura, è un bellissimo esempio di quanto detto più su riguardo al carattere immaginifico della musica del gruppo, e lo stesso vale per ‘Dictators’, mentre ‘28’ è uno strumentale melodico che mi ricorda certe cose di Ulan Bator, Mesmerico o Moly, gruppo scozzese davvero prossimo a L’Uomo di Vetro.
Colorare le loro composizioni con effetti vari, è poi un’arte che L’Uomo di Vetro già attua, e che potrà perfezionare in futuro: affiancano gli strumenti tradizionali i suoni intetressanti di campionatori, campane e violino, quest’ultimo per la verità poco riconoscibile ed invece da incoraggiare. L’ultima canzone, unica traccia cantata, vede crescere la tensione attorno alle immagini drammatiche dell’Inferno di Dante: puro Six Minute War Madness style, mi sembra…
L’Uomo di Vetro è: Federico Puntato (batteria), V.L.Cascone (violino, tastiere), Giacomo Mezzetti (basso), Giacomo Specchia (chitarra), Emanuele Specchia (campane, computer).
Autore: Fausto Turi