E’ inevitabile ma il nome Little Gerard L’Her sarà sempre associato a quello The Rockets. Per il mitico quintetto space-rock, dalla fine degli anni settanta alla metà degli eighties, Monsieur L’Her ha suonato il basso e stilato la maggior parte dei testi galattici, cantandoli per lo più, nonostante il frontman-vocalist Christian Le Bartz. Dopo un imprecisato periodo d’assenza dalla scena musicale, “Little” Gerard L’Her, è ritornato sulla Terra in tutti i sensi. Abbandonata decisamente la smania per extraterrestri, mondi lontani e galassie, oggi il musicista si dedica nell’esplorazione dell’unico pianeta a noi realmente noto con le sue dinamiche e i suoi strani abitanti in “A Perfect World”, release in uscita per la Sara Ferrari Edizioni Musicali, nel segno di un connubio con l’Italia che dura dai tempi dei Rockets che, nello stivale hanno raggiunto un particolare successo, anche commerciale, basti pensare che la band, in un secondo memento della carriera, ha inciso con la CGD – Messagerie Musicali, vincendo un Telegatto nel 1980 come miglior gruppo straniero.
Altri tempi e “A Perfect World” ha quindi ragionevolmente poco a che vedere con il passato artistico di Gerard che riparte da zero, o quasi, e questo è degno di nota. Il disco ha una matrice pop con innesti elettronici e parti tra il rock deviato al blues, e sporadicamente qualche lieve accenno dub. L’album alterna alti e bassi con una scelta dei suoni piuttosto contestabile e qualche chitarra che andava “economizzata”, viceversa, la batteria, anche quando programmata, è fin troppo mortificata, mentre le parti elettroniche e di synth potevano essere enfatizzate e lasciate “decollare”. I momenti migliori, si hanno tuttavia nella parte centrale del disco, anche se qualche brano ha dovuto ricevere ulteriori ascolti. Positive sono “How”, “Work It Out” e la strumentale “A Deep Breath”.
In conclusione, la perplessità resta sul fatto che “A Perfect World” è un disco gradevole ma con uno scarso appeal. Non si capisce bene qual è il target di destinazione del prodotto e questo, oggi, può essere un handicap.
Autore: Luigi Ferrara