Le uscite discografiche della Gronland, una tra le etichette meritatamente più in vista, sono da tenere sempre sott’occhio e con una certa attenzione. La sinergia tra la label di cui sopra e un musicista tanto introverso quanto eccezionale è la miscela ideale per regalare un’altra perlina agli ascoltatori, e nell’affollata agorà di musicisti pop spunta Conrad Lambert, da Bristol, che di recente ha pubblicato il suo terzo album “Moi et mon Camion”. Il Lambert anglosassone si fa chiamare Merz, esordisce nel 1999 con un disco omonimo che di striscio si è avvicinato e si è servito delle note sonorità elettroniche proprie di Bristol di fine anni novanta, per puntare invece a un raffinato brit-pop deviato nettamente in direzione folk. Lambert non è proprio uno di passaggio, è un polistrumentista che ha suonato finanche dal vivo con i Coldplay e in quest’album si avvale di validi e referenziati collaboratori come Charlie Jones al basso già con Goldfrapp e con la coppia Plant&Page, e come Clive Deamer, batterista che ha fornito le proprie prestazioni ai Portishead e Roni Size. “Moi et Mon Camion” segue a distanza di tre anni “Loveheart”, un disco di “folktronica” che in concreto ha affermato Merz al mondo indie. “Moi et Mon Camion”, progetto odierno di Merz è un piccolo capolavoro di una straordinaria delicatezza. I dieci brani sono letteralmente fantastici, Lambert comincia con la title track, avvia il motore del suo camion (molto simile all’attacco di “Autobahn” dei Kraftwerk) e parte per il suo viaggio. Non vi è un neo in tutto il disco tranne la conseguente difficoltà a indicare qualche hit come “superiore” alle altre. Le fasi elettroniche sono ridotte al minimo, le chitarre pulite e arpeggiate stuzzicano beats appena accennati mentre Conrad cambia continuamente i suoi stati d’animo e ciò rende le melodie più vive. Sarà veramente difficile trovare un song-writing così efficace e coinvolgente.
Autore: Luigi Ferrara