Quando si dice le coincidenze: rientro in Italia da una piacevolissima quanto troppo breve vacanza in quel di Londra, ospite da amici che vivono a Twickenham (South-West londinese), e dopo un paio di giorni ricevo via mail la proposta del nostro direttore di recensire questo secondo lavoro dei Noah and the Whale, quartetto inglese, proprio di Londra, di Twickenham per l’esattezza! E quindi, nonostante qui si cantino i “primi giorni di primavera”, nel mio immaginario le melodie agro-dolci di Charlie Fink e soci si associano immediatamente a momenti e sensazioni vissuti nel mio recente soggiorno autunnale: una pioggerella insistente che bagna l’asfalto del marciapiede e inumidisce le mie parole, mentre aspetto l’autobus che mi condurrà alla più vicina fermata della metropolitana diretto a Notting Hill (“I have nothing”, la title track e i suoi sontuosi arrangiamenti per violino); raggi di sole a filtrare tra gli alberi durante una passeggiata lungo le sponde del Tamigi (il singolo “Blue skies”, il bislacco country orchestrale di “Love of an orchestra”); un’ultima birra al pub di Richmond Road prima della partenza e dei saluti (“Stranger”, “Broken heart”).
Tra il cantautorato agreste di Bill Callahan/Smog (“Our window”) e certi incantamenti elettrici alla Elbow (“Slow glass”), i Noah and the Whale sfornano un disco di genuino pop-folk.
The First Days of Spring Official Trailer from charlie fink on Vimeo.
Autore: Guido Gambacorta