Nomi di fantasia? Macchè. Non vi scervellate: Corker/Conboy è, didascalicamente, Adrian Corker e Paul Conboy. Prima di trattare di questo “Radiant Idiot”, giusto un breve “also appear on” su di loro: 1) da poco terminata la scrittura del prossimo album a firma Bomb the Bass (con Tim Simenon) – 2) “featured on” il remix album di “Here/There” dei teutonici Iso68. Ed è da qui (furbo, chi scrive, a farsi gli assist da solo…), appunto, che volevo partire nel parlare di questo duo londinese.
Basta molto meno di un’ottima informazione per sapere cosa accade da un paio d’anni in terra (soprattutto) bavarese. Una scena, questa, che ha praticamente forgiato un modo di fare musica che cala il congiunto utilizzo di elettronica “domestico” e strumentazione rock su di un approccio pop. “Radiant Idiot” fa venire subito in mente questa fertile (e prolifica) dimensione creativa. Ma attenzione, nessuno si sta accodando a nessuno. E’, come detto, una dimensione. Il risultato può – dovrebbe – cambiare.
Fortunatamente questo è il traguardo che C&C riescono a raggiungere. Rispetto alle produzioni dei colleghi tedeschi, gli episodi di “Radiant Idiot” sono animati da maggior dinamismo, non solo in senso strettamente ritmico. ‘Get 1 Over’, tanto per fare un esempio, realizza magnificamente una sensazione da “progressione aerea orizzontale” (chiaro, no? siete nella cabina di pilotaggio di un aereo a bassa quota, col paesaggio che vi scorre immediatamente sotto). E non tralascerei lo space-pop krautronico e metronomico di ‘Revenge of the Phoney Youth’, in cui sembrano rifarsi vivi gli Stereolab di metà decennio scorso (quelli delle uscite “speciali”, tipo il doppio vinile trasparente “Refried Ectoplasm”), o le affinità col post-rock più “placido” della conclusiva ‘Silicone Tree’. Episodi che brillano, senza che gli altri lascino l’amaro in bocca. Idioti e felici.
Autore: Bob Villani