Sono tornati i Bloc Party dopo due anni di assenza, ma a quanto pare nessuno se n’era accorto.
La questione tempo-che-passa-così-velocemente-da non-farci-neanche-caso è la prima che ci viene in mente. Poi ci si gira una sigaretta e in tono più pensieroso si pronuncia tra i denti “pare adesso che era il 2005, e invece…”.
L’ostinato ritorno di certe band come Bloc Party o Maximo Park serve probabilmente a mostrarci quanto stiamo sprecando le nostre vite se dopo sette anni ancora abbiamo tempo da perdere ad ascoltare l’ennesimo identico album con un titolo leggermente diverso rispetto al precedente.
Ora, ho letto un po’ di altre recensioni su internet, prima di scrivere questa, lo ammetto. L’ho fatto perché è almeno la quarta volta in un anno che mi sono trovata a storcere il naso davanti a lavori di band che solo la decade scorsa avrei aspettato fino tarda notte fuori la porta secondaria di un club o inseguito fino al garage dell’albergo dove alloggiavano.
Mi pareva impossibile che i personaggini di Silent Alarm fossero gli stessi che ora ci propinano Four. Ma magari ero io a sbagliarmi. E invece no.
Ne ho lette di ogni genere: che questi Bloc Party non si sono neanche sprecati per trovare il titolo del loro quarto album (four, come dargli torto?), che per mettere insieme questo disco hanno rubato un poco ai Red Hot Chili Peppers (Octopus e Team A) un po’ hanno tratto da Beck (Coliseum), qualcuno osa ritrovare anche qualche traccia dei Green Day, lì, da qualche parte tra le quattordici di un disco che cerca di prenderti sullo sfinimento.
La verità è che (a parte il plagio palese da Beck) le canzoni non sono poi così male oggettivamente; il suono è molto pieno, in 3×3 e in Kettlin spuntano delle chitarre particolarmente noise, anche se il protagonismo della voce mantiene un tono patinato-glam, che è da sempre cifra ufficiale della band.
Per quanto Four non sia peggio della discografia di Daniele Groff, i Bloc Party sono fuori tempo massimo, come tutte quelle band esplose nel 2005 che continuano a fare cose del 2005.
Basta, smettetela. Ritiratevi nella casa di riposo delle indie star insieme ai Kaiser Chiefs, i Wombats e i Maximo Park, dove potrete tirarvi pacche sulle spalle con Pete Doherty e farvi raccontare qualche aneddoto tratto da uno dei suoi arresti domiciliari.
Ah! I Bloc Party saranno in concerto in Italia, con special guest i PVT, l’8 Novembre 2012 all’Alcatraz di Milano – Apertura porte Ore: 19.00 – Inizio Concerti Ore: 21.00
prezzo del biglietto: 27 euro + diritti di Prevendita.
Autore: Olga Campofreda