Sei album in quattro anni fanno di Van Morrison, a 74 anni suonati, uno degli artisti rock più longevi di sempre.
Ma se i precedenti erano soprattutto cofanetti e raccolte di cover e live, il suo ultimo disco, Three Chords And The Truth, pubblicato il 25 ottobre su Exile/Caroline International, testimonia questa vitalità ritrovata, nel solco di uno stile immodificato e inconfondibile, attraverso 14 pezzi inediti che lo portano immediatamente ai livelli più alti della sua musica degli ultimi decenni.
Con questo disco, Van the Man ritrova il suo stile più squisitamente cantautorale e blues, recuperando anche Jay Berliner, il chitarrista del leggendario Astral Weeks. E il risultato non poteva che essere un capolavoro, un disco dal sapore classico e senza tempo, da una parte, ma anche pieno di vibrante freschezza, come se la vena poetica e melodica di Van avesse trovato nuova linfa.
Ed è effettivamente così, e la canzone che lo rivela meglio è proprio la prima track, March Winds in February, un pezzo quasi orchestral-blues dagli arrangiamenti deliziosi, divino per energia e vibrazione. Altri nuovi classici di questo incredibile disco sono Up on Broadway, malinconica e sommessa, e Dark Night of the Soul, il pezzo che forse può essere scelto come simbolo del disco, con una splendida esibizione vocale dell’artista, e che infatti esordisce come primo singolo.
Il disco è ben diviso a metà tra questi pezzi malinconici, lente ballads intrise di blues, come anche You don’t Understand, In Search of Grace e If we Wait for Mountains, l’unica scritta non da solo ma in collaborazione con Don Black (tutti gli altri pezzi sono suoi), e pezzi di vibrante soul o rock and blues, come Fame Will Eat the Soul, Early Days, March Winds in February, Read Between the Lines, Does Love Conquer All?, o anche la title track Three chords and the Truth, i cui giri armonici sono tra i più tradizionali che ci si possa aspettare, ma sui quali Van e i suoi strumentisti meravigliosi sanno incidere arpeggi, assoli, jam session emozionanti, che rivitalizzano il genere dandogli freschezza pur scegliendo di stare integralmente nel mood classico, senza variazioni.
Sono proprio i musicisti di cui Van si avvale in questo disco a dare questa freschezza incredibile a pezzi tradizionali: su di loro Van ha commentato, a proposito di questo disco: “Quando gli altri suonavano, era come se rivedessi me stesso nelle loro note. Quindi penso ci sia una forte connessione”. Questa connessione c’è, è ben nota in musica e si chiama magia. Ed è quella che Van è riuscito a creare con la sua orchestra, che comprende due musiciste, Twink e Jackie McAuley, e il ritrovato Jay Berliner alla chitarra fra gli altri.
Il miglior pregio di un disco del genere perciò è quello di essere senza tempo: Three Chords and the Truth, con le sue traditional come Bags Under my Eyes, o Nobody in Charge, con tanto di banjo, pianoforte, organo, armonica, o il suo soul bianco da cowboy come nella splendida, solenne, epica Days Gone By, potrebbe spacciarsi per contemporaneo di Moondance o Astral Weeks e nessuno se ne accorgerebbe. E sono pochi ormai gli artisti che possono permettersi questo ricavandone un vanto e non venendo criticati per stasi musicale: assieme a Morrison oggigiorno probabilmente soltanto Bruce Springsteen (suo quasi coetaneo) e Bob Dylan possono permetterselo, e l’accostamento non è da poco.
In questo suo senso del classico Morrison riesce a recuperare persino Bill Medley dei The Righteous Brothers per un duetto emozionante in Fame Will Eat The Soul.
Il cantautore di Belfast ha annunciato in occasione del lancio del disco anche un tour in supporto del nuovo album con una serie di cinque date che si annunciano davvero speciali al Palladium di Londra a marzo, ma anche tre date a Belfast (già sold out) e una lunga permanenza negli USA fra Las Vegas, Los Angeles e Reno.
Purtroppo non è previsto il suo passaggio in Italia, ma Van Morrison è di quei sempreverdi che merita di essere visto anche all’estero, magari nella sua città natale, in quel nord Irlanda che tanto ha dato alla sua ispirazione e alla sua poesia così legata al folk e al Irish Traditional.
https://www.vanmorrison.com/
https://www.facebook.com/vanmorrisonofficial/
autore: Francesco Postiglione