Jorg Follert e Sohichiro Suzuki si sono incontrati in Giappone per la realizzazione di quest’album soltanto due volte, per il resto si sono affidati al web e dalle reciproche postazioni ne hanno curato la realizzazione affidando l’uscita di “The Isle” alle cure di una label tedesca tra quelle che offrivano maggiore ospitalità ai fragili e sottili arrangiamenti elettro-acustici imbastiti dai due. Melodie decostruite e riassemblate servendosi di una strumentazione per certi versi anche povera, quale possono sembrare le piccole percussioni ed i toy piano largamente utilizzati, ma che tratteggiano le coordinate principali su cui si sviluppano le quindici tracce registrate, sospese quasi del tutto sulle stesse frequenze sussurrate, dall’effetto anestetizzante se afflitti da nevrosi o patologie analoghe. I due WG e WS, alla stessa maniera di quel che faceva qualche anno fa la Penguin Cafè Orchestra, sognavano una differente collocazione della minimal music, magari fuori dalle sale da concerto, contornata da un pubblico non necessariamente colto e raffinato, ma con questa uscita finiranno col sonorizzare più modestamente delle sale da the.
Autore: g.ancora