I Crap sono stati un fulgido esempio di free jazz puro e anarchico in tutti i sensi. Nati nel 1997, dopo un’intensa attività live, nel 1999 si sono sciolti e queste quattordici tracce sono l’unica testimonianza in studio di questa mirabolante band, che finalmente la Megalplomb è riuscita a pubblicare. I Crap erano un quartetto formato da Roy Paci, che ormai non ha più bisogno di presentazioni, ma mi preme ricordare che in quegli anni si divedeva anche con Mau Mau e Zu, ovviamente come attività principali, senza contare le innumerevoli collaborazioni come ospite con gli artisti e i gruppi più diversi. Al sax c’era Edoardo Ricci (Ricci-Sanna, Jealousy Party, Neem e tanti altri), alla batteria quel pazzo di Jacopo Andreini (Enfant Rouge, Bz Bz Ueu, Arrington De Dyoniso Quartet e anche per lui tanti altri) e al basso sei corde Helmut Cipriani. Ovviamente con quattro elementi del genere l’improvvisazione è assicurata e ogni traccia è un quadro policromatico con tantissimi schizzi, guizzi, improvvisate. La totale schizofrenia emerge anche dalle durate dei brani che spaziano dai 29 secondi agli oltre 11 muniti. Di tanto in tanto compaiono degli urli o un brano semi parlato di Ricci. Spesso ad emergere è il sax di Ricci, ma ben sostenuto dagli altri tre che quando vogliono inserirsi lo fanno senza nessun problema e l’aspetto più intrigante di questo cd è il fatto che si respira una totale aria di libertà, dato che tra i quattro non c’è assolutamente competizione, ma stimolo reciproco.
Autore: Vittorio Lannutti