Strepitosi nella loro costanza e nella meticolosità, gli Hutchinson, che dal 2003 hanno avuto alcuni cambi nella line up, continuano a dare ai loro brani, tutti rigorosamente strumentali, una base math rock, sulla quale costruiscono delle fantastiche trame sonore, con molti riferimenti espliciti al miglior funk degli anni ’70. Se poi consideriamo che in cabina di regia hanno chiamato Fabio Magistrali (sei ovunque Magistali, ndd), che con la sua immensa professionalità ha fatto uno splendido lavoro, traetene voi la conclusione. Penso che con questi elementi un vero appassionato di rock “colto” non possa chiedere di più. Negli otto brani di “Sitespecific for Orange Squirrel”” troviamo il funk volteggiante con le chitarre proto-math di “5ta” e gli splendidi omaggi ai primi e rimpianti Red Hot Chili Peppers e agli affondi dei Rage Against The Machine di “Zug reloaded” o i passaggi non solo indolori, ma tali farli apparire naturali e fisiologici dal math al funky di “Summo” o l’intensità del groove di “Stutch” e l’apertura al post rock dei primi 90 Day Men di “Part two”. Nel funk pomposo di “Topico” si riscontrano, invece, quelle sonorità proprie dei Red Hot Chili Peppers, nella conclusiva “Parabellum”, invece, c’è la concentrazione massima del math, breve, ma estremamente intensa. Gli Hutchinson sono l’ennesimo ottimo colpo messo a segno dalla Wallace records.
Autore: Vittorio Lannutti