Sono passati ben tre anni da “Socialismo Tascabile”, l’esordio degli OfflagaDiscoPax: un disco diventato ormai un “classico” della musica indipendente italiana degli ultimi anni. Uno dei rari casi in cui ai fiumi d’inchiostro e chiacchiere da bloggers sono seguite anche un bel po’ di copie vendute, oltre a decine di concerti su e giù per la penisola.
Non dev’essere stato facile per la band di Reggio Emilia – o almeno così immaginiamo – approcciarsi in maniera disinvolta e spensierata ad un tanto atteso ritorno.
Eppure in “Bachelite” la formula artistica del gruppo, pur non avendo subito clamorose trasformazioni, resta convincente. Ed avvincente.
La musica si muove tra sussulti elettronici fatti di linee di synth analogici e beat mai sopra le righe (vengono in mente gli Hot Chip prima maniera, gli Lcd Soundsystem più romantici – penso a “Ventrale”, in particolare – e certe raffinatezze electro-pop teutoniche…), chitarre languide e dilatate, atmosfere quasi shoegaze.
Al cantato si preferisce ancora una volta una forma recitativa, immune al rischio – da mettere in conto in questi casi – di risultare alla lunga stancante, grazie all’intensità e alla bellezza dei testi, cui è impossibile non prestare attenzione.
L’immaginario racchiuso nelle liriche di queste canzoni è una miscela di ricordi in bianco e nero, storie reali e storie possibili, vita quotidiana nelle case popolari in quelle zone d’Italia dove ci si può ancora imbattere in piazze dedicate a Lenin o strade dedicate a Carlo Marx, imprese eroiche (quella del saltatore Vladimir Yashchenko), ritratti di ragazzi di provincia poi diventati star nazionali (il giovane conterraneo Ligabue che spunta, mai citato, in “Lungimiranza”) e di protagonisti dell’eversione nera (Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, di cui si parla in “Sensibile”), o questioni strettamente personali (la commovente “Venti Minuti”).
L’”effetto sorpresa” magari sarà anche svanito. Ma la qualità di queste canzoni è davvero notevole. Quindi chissenefrega.
Autore: Daniele Lama