Sono napoletani i quattro componenti del progetto elettro-pop chiamato Minimod, che comprende Zaira Gigante alla voce, Alberto Parziale alle tasterie, Alan Vele alla produzione e masterizzazione e Filippo Atero alla scrittura testi. Dopo la pubblicazione del loro primo ep, Metalage, l’album appena uscito (che raccoglie i pezzi dell’ep) è una novità interessante nel panorama (troppo grigio) della musica italiana.
I Minimod risentono decisamente dell’influsso elettro-pop dei Planet Funk, mediterranei anch’essi, e lo si nota soprattutto nel bellissimo pezzo iniziale Why, forse la track più riuscita.
Non hanno ovviamente la carica roboante e la vena rockettara dei loro elettro-cugini più famosi, ma la sostituiscono degnamente con una maggiore attenzione alle atmosfere, alle sfumature, accompagnate dalla voce suadente della vocalist, che dà il suo meglio quando non canta a piena voce (lì sembra Madonna versione anni 2000) ma sussurra, ispirata, la melodia della canzone, come nell’intro di Son of the Dawn, in cui la voce e il piano riescono a traghettare davvero l’ascolto verso alti lidi, o ancora, stesso schema, in Another day.
Ecco, il meglio dei Minimod viene fuori forse quando invece di cercare il ritmo incalzante della batteria elettronica, che troppo da vicino ricorda i loro ispiratori, si aprono invece a esplorare percorsi diversi, più profondi, suggeriti quasi sempre dalla tastiera.
Restano belle comunque anche le ritmate Shameless, e Muppet Like, mentre forse l’album perde un po’ di ispirazione nei pezzi finali, non all’altezza di quanto si ascolta all’inizio.
Ma questa prima prova resta davvero una prova di valore, che meriterebbe un bel po’ di clamore e maggiore attenzione dalle radio. I Minimod sono davvero dotati di talento (a giugno li si potrà apprezzare all’arenile di bagnoli) e se aiutano i Planet Funk ed altri elettro-artisti a non restare soli, può nascere davvero una bella scena musicale, finalmente non provinciale, nel nostro territorio.
Autore: Francesco Postiglione