Tornano gli Arab Strap con un EP che costituisce un’ottima appendice del loro recente “Monday at the Hug & Pint”: stessa copertina su tonalità rosso-sangue e stessa varietà stilistica, anche se qui concentrata in soli venti minuti. Si parte ovviamente con “The Shy Retirer”, la canzone estratta dall’album proposta per l’occasione in versione editata per le radio, e subito dopo ci si imbatte in “Why can’t this be love”, cover di un pezzo dei Van Halen che non conosco ma che dubito si sorreggesse originariamente sulle stesse partiture d’archi ascoltate in questa reinterpretazione del duo Malcom Middleton/Aidan Moffat. Parte centrale dell’EP che non avrebbe affatto sfigurato all’interno dell’ultimo full lenght: prima “The good part”, sulla quale soffia un vento folkish scandito dagli arpeggi chitarristici e dalle pigre inflessioni della voce, e poi “The new Saturday”, tutta punteggiata da palpiti elettronici. Chiudono due tracce presentate come bonus tracks: una sorprendente “You shook me all night long” degli AC/DC, che nelle mani degli Arab Strap si trasforma in una ballata ubriaca da cantare a squarciagola tra una pinta di birra e l’altra (…magari seduti proprio all’Hug & Pint pub), ed infine il remix di “The Shy Retirer”, dove la voce di Aidan Moffat viaggia sul nastro trasportatore di Dirty Hospital titillata continuamente dalle note di chitarra mandate in loop.
Autore: Guido Gambacorta