Quale occasione migliore se non la celebrazione di un anniversario è il lancio di una compilation? Con “But then again”, ventitreesima release, la ~scape festeggia i cinque anni sulla scena e lo fa in grande stile: quindici e più tra i nomi al momento sotto la luce degli spot, delle nuove leve al soldo dell’electrodance. A dire il vero ci sono personaggi già conosciuti da tempo come per esempio Thomas Fehlmann, nel paradiso elettronico almeno dalla seconda metà degli anni ottanta, che ben figura tra gli altri musicisti attualmente alla fase finale del rodaggio e di gavette varie. La sua “Take 5” è robusto caposaldo tanzelectronik di questa precoce celebrazione.
Sulla stessa scia John Tejada, suo biglietto da visita “And many more” che molto ricorda i Rechenzentrum, cassa techno moderatamente addolcita da un numero poco elevato di BPM e bassline vecchia scuola nightclub! Le tracce sembrano scorrere in fretta e alla numero cinque, il canadese Scott Monteith, al secolo Deadbeat e il suo manto dub generoso di mille sonorità “We like it slow and steady” che di certo non sarà ricordato come un capolavoro dub essendo troppo denso e tecnico: troppo electro insomma! Ma un po’ il segreto del dub è intrecciare più generi musicali, soprattutto fondere alla perfezione quelli caldi con i freddi!
La sorpresa più piacevole porta il nome di Jörg Burger, aka Triola: “Neuland” dal titolo sembra un omaggio al Kraut invece si tratta di una solare e melodica composizione pop che abbraccia la dance, il dub e un po’ anche il lounge.
La voce elegante di Frida Asmussen caratterizza e indirizza verso il pop la serenità espressa in “Doorstep”, mentre il mixaggio e gli arrangiamenti di August Engkilde danno invece una direzione più jazz di questo brano firmato dai danesi EPO (Electronic Panorama Orchestra).
Affinità in stile jazzistico le troviamo alla traccia successiva, Andrew Pekler in “Unidentified”, un brano colto, maturo che di certo non dispiacerà ai puristi e neanche ai giovani appassionati di nu-jazz. Le sorprese sembrano non finire e alla traccia nr. 13 la chitarra e la voce di Masha Qrella accompagnano i beat e i bassi dei Rechenzentrum per circa sette minuti. “Destination Vertical” è il nome di questo brano riuscitissimo dove la mano del trio (o duo dipende dai punti di “vista”) berlinese è sì forte, ma spesso si piega alla dolcezza e alla malinconia della voce della Qrella.
Un accenno per i danesi Andy Remmer, Jesper Skaaning e Thomas Kaak riuniti nei System e le loro bellissime fanfare in un’intrigante “Hu Ra”.
La compilation si apre con l’Hip Hop dei Giapponesi CappaBlack, nel mezzo anche i vari Mike Shannon, Bus + Dabrye, Jan Jalinek, Headset and Soulo e gli australiani Triosk che menziono solamente per ragioni di spazio e termina con la dance dei Crackhaus, duo canadese composto da Scott Monteith (Deadbeat) e Stephen Beaupre, che butta di tutto in pista e campiona l’impossibile. La loro “Birthday bangers and Mash” conclude i festeggiamenti per la metà decade d’attività della label berlinese. Questa raccolta è il fiore all’occhiello, la consapevolezza di aver svolto un buon lavoro sintetizzato in 75 minuti semplicemente di buona musica e soprattutto di “musicisti scelti”, che, come ho già detto, a poco a poco stanno vivendo la loro affermazione sotto l’arcobaleno elettronico.
Autore: Luigi Ferrara