Lazy Jane: si chiama così il portavivande girevole che, ruotando al centro del tavolo, fa arrivare le portate a tutti i commensali. Immagine particolare, su cui “ruota” il testo del singolo dei Lotus, nuovo progetto di Amerigo Verardi, figura nota nell’underground italiano, tratto dal recente album “Nessuno è innocente”. In realtà non sono i testi i punti di forza dei Lotus, quanto la musica: una calda rivisitazione di sonorità anni ‘60/’70, che Verardi riesce ad utilizzare con un pizzico di originalità. Esemplare, questo secondo singolo, “Lazy Jane”, canzone di chiara matrice beatlesiana, deliziosa pop song, molto curata negli arrangiamenti e nei suoni (le slide sono di Giovanni Ferrario, collaboratore di Morgan). Molto bello il finale, con dei suoni che ricordano le nostalgie di Billy Corgan in alcune canzoni di Mellon Collie. Di “Lazy Jane” il cd offre una versione acustica carina, forte della sua melodia accattivante, ma che perde molto senza gli arrangiamenti sopra citati. Segue “YeahJaOuiJaSì!”, trascinante canzone acustica, già presente nell’album, e una versione strumentale rimasterizzata di “Nessuno è innocente”, che però non convince molto, se non in qualche passaggio isolato. Forse i due punti deboli dei Lotus sono i testi e i riferimenti fin troppo evidenti nelle loro canzoni al grande rock degli anni ’60/’70, che rischiano di eclissare la personalità dei musicisti, ma sicuramente sono canzoni che vi entrerenno in testa nel giro di un ritornello, semplici e dirette, e di buon gusto, qualità non certo prive di valore. Il rock italiano ha bisogno anche di questo.
Cristina Donà non rientrava nelle mie conoscenze musicali (almeno non in maniera approfondita), finchè non mi hanno portato questo singolo da recensire, “Invisibile”, tratto dall’album “Dove sei tu”, terzo singolo dopo “Nel mio giardino” e “Triathlon”. Con molta curiosità ho quindi messo il cd nel lettore e premuto il tasto play: la prima traccia è la versione radiofonica del singolo. La musica comincia, semplice, diretta, con la voce in primo piano. Una voce che cattura subito l’attenzione, per la delicatezza con la quale danza sul ritmo, senza mai restarne legata, libera di insinuarsi tra le note. Una voce chiara, espressiva, che trasmette emozione già al primo ascolto. Una voce che canta parole semplici quanto efficaci, suggestive, in cui è bello far scivolare i pensieri. Il ritmo incalzante lascia le chitarre (elettriche ed acustiche) un ottimo spazio per le armonie, che la rendono una bella canzone pop rock (se così si può definire). La versione studio del singolo, presente nel cd, è più lineare e forse meno varia di quella radiofonica (penso all’inizio e alla fine della canzone), ma in essa le chitarre sono più in primo piano. Bello il finale, dove la voce diventa, per così dire, “invisibile”, svanendo in un gioco di echi. Sempre nel singolo troviamo un remix della canzone, eseguito interamente da Boosta dei Subsonica, che smembra le singole parti del pezzo, con dei suoni sintetici di dubbio gusto. Segue una cover di Kate Bush, “Wuthering heights”, con la quale Cristina Donà dimostra le sue capacità anche con la lingua inglese, e infine la perla di questo breve cd, una stupenda versione live di “Salti nell’aria”, molto diversa da quella dell’album, minimale, con la chitarra vibrata e il metallofono in primo piano, e la voce e le parole (semplici quanto poetiche, di contro a una banalità dilagante nei testi della musica italiana di tendenza) che continuano a regalare emozione: “immagina le stelle, scoprirai che sorridono sempre / immagina intensamente, e vedrai dove gli altri pensano che non ci sia niente..”
Autore: Lucio Auciello