Anja Franziska Plaschg ha imparato a suonare il piano fin da quando aveva sei anni, a Gnas, villaggio della Stiria orientale. A quattordici anni studia il violino poi la musica elettronica, prima di trasferirsi a Vienna per l’Accademia delle Belle Arti.
Poi scompare per anni, per ricomparire come attrice interpretando Nico in una piéce teatrale, e poi pubblicando Lovetune for Vacuum, nel 2009, subito salutato da successo di pubblico e critica, almeno in Austria, dove arriva alla top ten. Segue poi nel 2012 Narrow, album più aperto all’elettronica, ma più cupo per le tematiche, dedicato al dolore per la morte del padre, per il quale afferma di essersi lasciata ispirare da Cat Power, Nico appunto, Aphex Twin e Arvo Pärt. Del 2013 è l’EP Sugarbread, e poi dell’anno scorso i due brani Safe with me e Italy, per la colonna sonora del film Sicilian Ghost Story, che adesso confluiscono nel terzo album From Gas to Solid / You Are my Friend, fedelmente prodotto e distribuito anch’esso come i primi due da Play it Again Sam.
La novità principale del disco sono gli arrangiamenti, meno devoti all’elettronica e più orientati alla strumentalità classica: pianoforte in primo luogo, ma anche organo, fiati e archi.
Il ritorno a strumenti suonati consente a Soap&Skin anche di abbandonare alcune ombrature davvero cupe della sua musica: esplode invece il sole e l’ariosità in pezzi come Italy, Safe with Me, Heal, ma soprattutto nella splendida strumentale Falling, dove l’elettronica ritorna, ma per svoltare nel dream-pop, che in fondo è la vera cifra di questo nuovo disco. Il dream-pop di Soap&Skin è certo ben diverso da quello, ad esempio, di M83 o i Break Horses: è minimalista, frutto soprattutto di virtuosismi al piano, e di una voce trasognata e incantatrice, e si avvale davvero di poco altro. Si può avvicinare per certi versi ai dischi delle Lemolo, anch’essi caratterizzati fortemente dal pianoforte classico, o agli esperimenti di Peter Broderick, Nihls Frahm o Olof Arnalds, e certo l’ispirazione di Cat Power e Bjork si sente tutta.
Non mancano momenti da perfezionare: l’inizio del disco è lento e un po’ retrò con This Day e Athom, ma per fortuna ci si riprende con la solare e incantata Italy (un omaggio vero al nostro paese, una volta tanto privo di luoghi comuni), anche se poi This is Water è una strumentale decisamente incompiuta. Surrounded segna il primo vero pezzo elettronico, anche se non privo di archi incalzanti, ma ecco che Creep e poi Heal, con i suoi originali fiati, e la splendida intro al piano di Safe with Me, riprendono la svolta minimalista e essenzialista dei pezzi d’esordio, ma la portano al giusto trionfo musicale.
Heal, Safe with Me e la prorompente, dinamica, apocalittica Falling, che esordisce con un organo da brivido, certamente definiscono la novità del disco: è qui che si trova la svolta dream-pop. E qui che si trova anche la direzione futura sublime in cui può tuffarsi la musica di Soap&Skin, che mostra in questi pezzi tutto il talento di cui è capace nel creare musica che fa sognare e trasporta in altra dimensione.
Un esperimento lezioso e artificioso è invece Palindrome, costruita intorno al coro medievale della frase latina palindroma “In girum imus nocte et consumimur igni”, e soprattutto la risparmiabile cover di What a Wonderful World, di cui proprio non si sentiva il bisogno.
Dunque, ancora qualcosa da aggiustare nel tiro, ma la direzione sublime e solare della musica di Soap&Skin sembra ormai veleggiare verso lidi fortunati e purissimi.
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autore: Francesco Postiglione