So già che questo terzo disco del gruppo canadese non sta ottenendo in giro grandi consensi di critica – ho letto di un lavoro “classic rock”, con addirittura un pezzo a là Springsteen ed uno a là AC/DC… –, e mi accingo dunque all’ascolto con diffidenza, ma cercando anche d’essere obiettivo.
“Tournament of Hearts” contiene 10 canzoni con le quali i cinque giovani bianchi di Toronto vogliono una volta di più candidarsi quali nuovi Karate (ora che il gruppo “marziale” di Jeoff Farina s’è sciolto, deve essere il momento buono: o la va o la spacca!), ed essendo stati i Constantines già sui dischi precedenti pedissequi ma credibili seguaci del combo di Boston, probabilmente potrebbero essere le persone giuste.
Certo, la scelta di portare avanti le idee degli “ultimi” Karate – alternanza di “mitragliate” hard-jazz e funk con ballate “borderline” talvolta proprio radiofoniche – è il passo falso che la critica non manda giù: per anni non lo si è perdonato ai Karate, questo contrasto di sensazioni, figurarsi a cinque venticinquenni che hanno come unici meriti i loro buoni gusti musicali ed il saper suonare maledettamente bene.
A dirla tutta, testimonio che qui di jazz non ce n’è per nulla – se per jazz non s’intende la tromba che fa il “bridge” in ‘Thieves’ – perchè jazzisti non ci si inventa dalla sera alla mattina, e già per questa ragione dico che i Constantines non sono semplicemente brutta copia dei Karate: qui cercano di suonare con attitudine e pestando duro il loro indie rock venato di funk, che in qualche episodio – ‘Lizaveta’, ‘Draw us Lines’, ‘Love in Fear’ – funziona bene, mentre qualche altra traccia scorre giù decisamente annacquata (certe attese che si concludono in un nulla di fatto, come ‘Good Nurse’, o ‘Hotline Operator’).
Dimenticavo: c’è davvero un hard stomp à la AC/DC: si chiama ‘Working Full-Time’, e malgrado stoni col resto, è onesto; la canzone “tipo” Bruce Springsteen cui vi accennavo invece – ‘Soon Enough’ – strappa proprio un sorriso, e non per insolenza verso il boss, ma perchè i Karate degli ultimi dischi le canzoni così le facevano, eccome!… io me ne ricordo almeno una decina.
Necessario che i Constantines aggiustino la mira: la via giusta, per loro, dev’essere una overdose di funk: non si scappa.
Autore: Fausto Turi