Non è un’etichetta italiana. Germania. Del resto un po’ di cultura vi permetterebbe di sapere che “italic” vuol dire “corsivo” (in inglese di sicuro – magari anche in tedesco, boh? È la mia cultura adesso che viene meno). Presentazioni: Little Annie faceva la punkabbestia con i Crass un quarto di secolo fa. I Legally Jammin’ rispondono invece al nome di Khan (buon disco “No Comprendo”, ricordate? però fanne un altro, eccheccacchio! se no col cavolo che ti si caga, dopo tre anni…), Kid Congo Powers (compagno di merende del primo) e Jendreiko (chi?!).
Con buona pace della main-performer, il disco in questione si può facilmente interpretare alla luce dello stile col quale si è fatto conoscere “el turco loco”: parti suonate, elettronica spavalda ma intelligente, vocals morbose (maschio o femmina che le produca) e attestate su un immaginario quanto mai “hard-bolied” e perverso. Controverso, come quando sul palco finiva per spogliarsi fino alle mutande. Ok, non stiamo recensendo il nuovo disco di Khan, ma ci attenderemmo qualche novità, specie se è un side-project quello a cui stai lavorando e con cui, magari, stai affilando le lame per il sospirato prossimo disco (o il life-style di Mexico City, là dove l’avevamo lasciato, l’ha risucchiato in una qualche deleteria “siesta-culture”?). Per quanto riguarda Little Annie, nulla da dire. Ottima nel ruolo. Ma il resto non mi sembra roba sua.
Detto ciò la faccenda può tranquillamente chiudersi qui. Notizie su Jendreiko, ahimè, non ho voglia di cercarne…
Autore: Bob Villani