Dopo tre album con gli Scisma, Paolo Benvegnù ha deciso di lasciare Brescia per Firenze e di mettere in piedi un nuovo progetto: un quartetto che porta il suo stesso nome e che promette una seconda trilogia, quella del tessuto e che comincia con questo Certi Piccolissimi Film.
Questa volontà di rinnovarsi, di guardare avanti, viene fatta con due passi avanti e uno indietro: ora con quelle sonorità indie (cerchi nell’acqua, suggestionabili) tipiche degli stessi Scisma, ora con un orecchio alla scuola genovese di Fossati e De Andrè (il mare verticale, io e te), ma anche certe sperimentazioni (fiamme, brucio) alle quali ci ha abituato Robert Wyatt e, un tempo, Buckley padre.
Si ascoltano parole come “la mia verità è come una finestra nel vuoto inchiodata ai suoi cardini…”, “ho visto i platani parlare con le antenne e il vento caldo confermare tutto…”, “ho visto molti più scoiattoli delle vostre mitsubishi e ford… e sorrisi isterici di nuotatori sincronizzati…” che oltre ad avere uno spessore, basta leggerle e rileggerle, suonano bene insieme alla musica che le accompagna, suonano così bene che con un po’ di coraggio da parte dei programmatori nelle radio e televisioni questo disco potrebbe allegramente girare nei lettori cd nelle case del resto dell’Europa.
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Autore: Massimiliano Zambetta