Nell’Italia degli anni ’80 attraversata dai fremiti garage, anche la provincia non era immune dalla febbre neo-Sixties. Così anche Pordenone regalò alla scena la sua formidabile garage band: i Woody Peakers. Una prima line-up della band realizzò uno split-single già nel 1986 (assieme ai concittadini Mad Joke), ma solo qualche tempo dopo – stabilizzata la formazione in quartetto – impresse una decisa accelerata alla propria attività artistica. Nel 1988 fu l’etichetta austriaca Vinyl Salvage a pubblicare l’eccellente album “Have You The Nerve To Face The Woody Peakers?”, seguito due anni più tardi dall’Ep “Going All The Way With”. Ora grazie all’interessamento della label tedesca Screaming Apple il materiale dei Woody Peakers torna ad essere disponibile e a brillare in tutta la sua grezza essenza garage-punk. “Beat Solution”, questo il titolo della raccolta, contiene i dischi appena menzionati e cinque bonus-track inedite risalenti all’ultimo periodo di vita della formazione.
Si parte a razzo con la cover arrabbiata di It’s A Cryin’ Shame dei texani Gentlemen, un classico minore del 1966, cui segue Firestone, un brano originale che potrebbe benissimo essere una outtake dei Sonics: riff grintossissimi, voce scartavetrata, con l’organo a puntellare la sezione ritmica e disegnare trame ipnotiche. Ed è sempre su una struttura di questo tipo che si muove il trascinante garage-beat di She’s Going On, altro brano originale cui segue una versione stravolta, quasi punk, di Ricordarmi dei Ragazzi dai Capelli Verdi/Ranger Sound, gruppo beat italiano degli anni ’60. Subito dopo, per stemperare la tensione, il quartetto infila un sognante episodio folk-beat, Bad Song, mentre Shake My Colours mette in mostra il versante più romantico del gruppo di Pordenone, con un beat tranquillo e ricco di colori. In Killer Baby i Woody Peakers fanno il verso alle Pandoras, mentre in Beat Solution si esaltano con un brano di garage-punk minimale. E anche un classico rock’n’roll come Route 66 viene innervato di una vena garagistica. L’album si chiudeva con una serie di cover: una devastante versione di Writing On The Wall degli oscuri Five Canadians, un filologico remake di Message To Pretty degli inarrivabili Love e il rifacimento casinista di Blackout Of Gretely dei Gonn. In perfetto ordine cronologico il Cd presenta in sequenza i quattro brani dell’Ep “Going All The Way” del 1990: due originali e due cover – tra cui uno splendido remake del classico degli Squires che dà il titolo al singolo – che mettono in mostra l’evoluzione del sound della band ora leggermente più pulito, ma non meno incisivo e d’impatto. Seguono cinque brani fin qui inediti, tra cover e originali, che confermano la cifra stilistica del gruppo e la sua grintosissima formula garage-punk. Un’operazione di “archeologia musicale” per riscoprire una pagina eccitante della nostra scena underground.
Autore: Roberto Calabrò