Prendi i Soulwax, uno dei gruppi più cool del pianeta, e portali a suonare sulla spiaggia, in un lido di Licola, sul litorale a nord di Napoli. Succede che te li ritrovi, bocca spalancata come fanciullini al luna park, a dispensare “fucking cool” a destra e manca. E un secondo dopo a correre sulla sabbia, in costume, dopo essersi tuffati – impavidi – a mare.
Aspettiamo che si ricompongano per iniziare l’intervista. Seduto sui gradini del bar del lido, più che mai intenzionato a godersi gli ultimi, caldi raggi di sole della giornata, Stephen Dalawaere (leader della band, assieme al fratello David, con cui condivide anche il progetto 2many djs) ci racconta di com’è nato “Part of the Weekend never Dies”, il film-documentario che racconta i loro ultimi due anni di tour, e del recente disco in cui i Soulwax hanno raccolto una serie di remix realizzati per altri. Il disco ha un titolo chilometrico (che per comodità sintetizzeremo in “Most of the remixes”), che ne descrive il contenuto. Un disco in cui dichiarano di aver selezionato “alcuni dei remix che abbiamo realizzato nel corso degli anni, eccetto quello per gli Einstürzende Neubauten perché l’abbiamo perso, ed alcuni altri che non pensavamo suonassero abbastanza bene (…).
Alcuni li abbiamo fatti gratis. Alcuni solo per noi stessi, senza permessi, e alcuni come scambio di favori per dei nostri amici…”.
Qualche ora dopo la spiaggia si trasforma in un infuocato dancefloor. Il weekend è appena iniziato e vorresti non finisse mai.
Quando avete sentito il bisogno di girare un film e, soprattutto, qual è la ragione principale che c’è dietro questa scelta?
La casa discografica ci ha chiesto se volevamo portarci in tour qualcuno che avesse potuto filmare qualunque cosa facessimo, per documentare i nostri ultimi due anni passati in tour. Questa era l’idea principale, e abbiamo suggerito che fosse Saam Farahmand a dirigere il film., perché è un amico, ed amiamo come lavora. E, due anni dopo, eccoci qui a presentarlo in giro per il mondo.
C’era un’idea precisa prima di cominciare a girare?
Non avevamo un’idea precisa, volevamo solo che chi filmasse avesse gusti simili ai nostri, ed ecco perché abbiamo scelto Saam.
Da cosa nasce l’idea di utilizzare una sola camera? È una idea vostra? All’inizio Saam aveva provato a venire in tour con alcuni ragazzi e cameramen, una vera e propria troupe, ma non funzionava, preferivamo avere una sola camera che ci seguisse.
Parliamo di “Most of the remixes…”. C’è una domanda che devo assolutamente farvi. Cosa è successo con il remix degli Einstürzende Neubauten? Come si è perso?
Non so come sia successo, semplicemente non sapevamo dove fosse finito. Quando il cd era terminato, qualcuno in casa discografica l’ha ritrovato, e l’abbiamo messa nell’album come traccia nascosta, all’inizio del disco. E’ la “traccia zero” del CD, quando lo metti nel lettore, devi tornare indietro.
Quali pensate siano i remix che non suonavano bene?
Non c’erano pezzi che non suonavano bene, solo alcuni che non venivano bene remixati. Ne abbiamo fatto uno molto bello per una band messicana che si chiama Moderatto, ma non è nel cd dei remix, o una per un’altra band belga, i dEUS, solo che…ehm…non andava bene (si distrae per osservare una bella fanciulla in shorts neri, ndi).
Quali sono, invece, quelli fatti gratis o senza permesso?
Senza permesso…ehm…ne abbiamo fatto uno di Human Resource vs 808 State, “Dominator”…lo abbiamo fatto semplicemente per noi perché ci piaceva…
Gratis abbiamo fatto quello per Playgroup, altri… beh, ne abbiamo fatti molti gratis (Stephen chiede consenso a Steve, ndi): Ladytron, DJ Shadow, e tanti altri. Spesso lo facciamo perché sono amici, come nel caso di DJ Shadow.
E quante volte accade che rifiutiate un remix?
Praticamente sempre. Almeno il 98 percento delle volte. Abbiamo moltissime offerte e materialmente non abbiamo abbastanza tempo a disposizione. Sai, quando suoni live con la band… E’ un peccato, perché spesso ci chiedono di remigare anche pezzi che ci piacciono! Pensa che ora abbiamo un paio di tracce fantastiche, ma non sappiamo quando lavorarci!
Avete mai avuto una richiesta di remix, come dire, strana?
Anche questo capita sempre. Pensa che ci chiedono di essere remixate anche band di ragazzi delle scuole, e non è carino dire no!. C’erano anche un sacco di ragazze interessanti ma… (ride, ndi).
Cosa deve aspettarsi la gente dal vostro live?
Penso che ciò che facciamo sia semplicemente far ballare la gente, sia nelle nostre performance come dj, sia con la band live “tradizionale”, che con la “Nite Versions”, e penso che quando suoniamo live, suonando dal vivo alcuni dei nostri remixes, facciamo qualcosa che non tutte le altre band fanno: suonarli dal vivo, con una vera batteria, è un lavoro duro! Voglio che la gente che venga passi una bella serata, che si guardi intorno e dica “Cazzo, sono on stage, non solo dj’s, vorrei che capissero che il rapporto tra il fare il dj e il suonare dal vivo è cambiato un bel po’.
Qual è la musica con cui siete cresciuti?
Mio padre era un dj, quindi siamo cresciuti con tantissimi dischi in casa. Andavamo a vedere un sacco di concerti, abbiamo vissuto circondati da band…tutte cose che sono state grande fonte d’ispirazione per noi. Qualche nome? Beh, i miei ascoltavano Steely Dan, Led Zeppelin, Tom Waits, questi erano quelli che giravano più spesso a casa mia.
Come è la scena belga?
Penso che fino a quattro, cinque anni fa c’erano un bel po’ di cose interessanti che stavano venendo fuori, ma al momento mi sembra che il fermento sia un po’ scemato. Si è virato più verso il pop: credo che oggi molti musicisti mirino solo a diventare popstar, famosi, cercando di fare qualcosa di commerciale a tutti i costi. Ci sono un paio di cose molto hard, molto estreme. Penso che il problema sia anche un’esterofilia troppo diffusa, che fa passare in secondo piano le belle realtà artistiche all’interno del Paese.
Quali sono le parti del weekend che non muoiono mai (Part of the weekend never dies)?
In questi ultimi tre anni, per noi è come se fosse sempre weekend. Due giorni fa, era mercoledì, abbiamo suonato a Zurigo, e c’erano migliaia di ragazzi impazziti, e noi pensavamo “è mercoledì, domani devono andare a scuola, o a lavoro”, ma la gente sembrava avesse molta voglia di far festa, e divertirsi. E’ stato fantastico!
Autore: Francesco Raiola e Daniele Lama
www.soulwax.com