Non hanno ancora trovato il loro stile di riconoscimento e forse non lo stanno cercando, o forse si distinguono proprio per queso gli Slugs, quartetto emiliano, giunto al secondo album. Dopo l’esordio omonimo di tre anni fa “Bob Bedrella Bizzarre Bordello” si presenta con una varietà di generi, comunque riconducibili al rock. Ogni brano è un percorso a se stante, neanche sempre lineare. Tuttavia un filo conduttore lo possiamo trovare nella ballata rock e in comune con il cd d’esordio, troviamo solo l’omaggio ai Led Zeppelin in “Salix dead tree”. L’open track dell’album (“Ed Gein”) fa pensare ad una virata verso un rock’n’roll frizzante che richiama i primi Julie’s Haircut, ma già nel brano successivo (“Green river killer”) ci immergono in un blues tirato, introspettivo e dalle tinte fosche di sapore follie; per poi passare a “Sand” nel quale vengono splendidamente miscelati gli Afterhours e le svisate dei Contortions. Martino Pompili, il cantante, rivela dello doti vocali profonde in “Love part two”, dove si avvicina alla profondità dello Steve Von Till senza i Neurosis. Gli Slugs proseguono poi con altre variazioni tra cui il funk accelerato e deviante di “Impress metal packaging” con chitarre circolari e claustrofobiche. Intensi e vari come pochi in Italia, gli Slugs proseguiono il loro percorso artistico in assoluta libertà.
Autore: Vittorio Lanutti