Il cantautorato indie in lingua italiana di Marcello Petruzzi, in arte 33 Ore, pugliese trapiantato a Bologna, è una bella sorpresa, e dopo un Ep del passato, intitolato “3+3”, ci porta oggi 11 canzoni incise in una dimensione domestica, ma insospettabilmente molto ricche negli arrangiamenti, con testi anch’essi sofisticati e suadenti, e mentre Petruzzi fa un gran lavoro, occupandosi della composizione, e di voce, cori, chitarra, basso, tastiere, armonica, percussioni e synth, nutrita è pure la pattuglia di musicisti ospiti, che arricchiscono la gamma di strumenti e suoni utilizzati, con glockenspiel, wurlitzer, sassofono, trombone, violino e viola.
‘Uno Splendido Pianeta’ è il pezzo più complesso in assoluto dell’album, prossimo nella struttura al progressive italiano degli anni 70 e al pop sperimentale, mentre estremamentre efficaci in chiave pop sono soprattutto ‘L’Ultima Stella’ e ‘ Cerco una Ragione’, tra i brani più narrativi: belle canzoni d’amore, non scontate. ‘Diventi Nuvola’ sembra un brano di psichedelia pop, tra Moltheni e Diego Mancino, e poi tanti altri frammenti di creatività soltanto abbozzati o del tutto sviluppati, con in più un uso cristallino della voce, che si rifà anche nei toni e negli accenti ai grandi nomi italiani del cantautorato pop presente, senza necessità di perderci in nomi. La chitarra acustica è sempre in primo piano accanto alla voce, e probabilmente è lo strumento base nella fase di composizione; non necessariamente questa scelta ci convince, e sostituendo in qualche occasione la ritmica acustica con altre soluzioni, il disco avrebbe potuto fare il salto definitivo verso un pop moderno e orchestrale di definitiva maturità. Il blues è un altra componente presente nell’album, ma si può dire che trattasi di un blues non tradizionale, ma piuttosto di una sobria contaminazione che si palesa ma mai troppo esplicitamente, ed il disco procede al contempo con vivacità ed intimismo quieto e rassicurante.
Autore: Fausto Turi