Inediti registrati nel periodo di grazia 1976-1981. Che bel regalo mi avete fatto freakouterz, assegnandomi la “critica” – oh,no chiamiamolo ascolto&godimento – di questo pezzo di storia del soul più malandrino e clubby. Basta con gli Sciokki Balokki, i gruppi ska stantii, gli mc di seconda mano. Datemi il funk!! Si può solo aggiungere che l’intrepida meravigliosità d’autore di Roy Ayers mi rende un recensore nuovo.
Al primo ascolto “the excitement that pulsing through the office was incredibile”, garantiscono quei saggi della BBE che, avendo un nastro tra le mani che scottava hanno fiutato l’idea di pubblicare perle ancora inascoltate. Un’esplosione che più rilassante non ce ne n’è. Proprio così, “incredible”: un catalizzatore di tepore analogico 70 da festino per tutte le età.
“Bran New Feeling” apre il sipario, annunciata da una voce sospesa a metà tra Lolita Holleway e Jocelyn Brown. In “Searching” uno xilofono declina le note dell’amore soul, a lungo tenute a battesimo dalle ruberie hip hop del RedMan di “Muddy Waters” e dei capitani coraggiosi dell’altra costa.
Comincia “Baby Doll” e sfavilla un dancefloor da consumare; partono compatti cassa rullante e charleston per una track di purissima vivacità disco modello Dan Hartman. Da lacrimoni agli occhi.
“Virgin Ubiquity”: una bomba d’amor profano con tanti diavoletti cotonati e funk a battere mani e piedi.
Autore: Sandro Chetta