Non solo jazz sperimentale e d’avanguardia, in CorLeone trovano posto i riferimenti alla no wave newyorkese, le grandi contaminazioni di stile di progetti come Naked City di John Zorn e Fantomas e Mr. Bungle dell’amico Mike Patton, echi di ‘Live electric and brutal’ di Miles Davis, l’energia allo stato puro di Mongezi Feza, la grande lezione di Lester Bowie e il rispetto assoluto per un suo contemporaneo e amico Dave Douglas. Un background nel quale Roy Paci non si improvvisa.
Roy inizia nel 1986, a soli 17 anni, grazie al sestetto As Sikilli del sassofonista Stefano Maltese il suo percorso nel jazz meno convenzionale. Seguono negli anni Zu e Trionacria, formazioni rispettivamente di jazzcore e jazz sperimentale da lui coofondate tra il 1997 e il 2001.
The Ex & Brass Unbound e Mondo Cane, costituiscono altre esperienze importanti di questo percorso.
‘Blaccahénze’ (il titolo prelevato dal dialetto di un paesino abruzzese, Montorio che sta a significare casino, bordello) ci lascia capire che del jazz stereotipato c’è ben poco. La musica sin dal primo impatto suona ruvida, bizzarra, deviante e talmente spiazzante che non tradisce le radici profonde del ‘terronismo’ di Roy Paci.
“Ho voluto fortemente registrare un secondo album dopo il primo nel 2005 “Wei Wu Wei”, perché avevo l’esigenza di esprimere i miei nuovi orizzonti musicali, le composizioni scritte in tutti questi anni frutto delle mie esperienze con tanti musicisti eccezionali e di un lavoro specifico sulle mie ricerche clivotonali con l’accostamento di strumenti musicali all’elettronica.”
Roy Paci ha coinvolto all’interno del progetto dei musicisti che hanno un’impronta musicale decisamente eterodossa, per ottenere un impatto spiazzante e non etichettabile. Le composizioni hanno volutamente un respiro universale grazie alle diverse tecniche d’improvvisazione non necessariamente jazzistiche.
Con questo album Roy prova a trasmettere i flussi emotivi della realtà che ci circonda che vanno dalle emozioni viscerali e struggenti della sua terra alle asperità feroci di quest’ultimo millennio. È un succedaneo del jazz di maniera, un laboratorio aperto a contaminazioni disparate e vicino ad un certo tipo di musica filmica pregna di sonorità acusmatiche.
Il sound di CorLeone si caratterizza anche per la mancanza del basso elettrico, nel tentativo di esaltare le frequenze medio-alte per ottenere un sound più tagliente, energico e d’impatto frontale.
Autore: red.
www.cor-leone.com/ – www.roypaci.it/