Giada Colagrande è un’artista versatile: regista, sceneggiatrice ed ora anche cantautrice ma anche moglie dell’attore statunitense Willem Dafoe che i più ricorderanno protagonista in Platoon di Oliver Stone. Come sceneggiatrice la ritroviamo al fianco del regista americano Abel Ferrara in “Pasolini” scritto da Maurizio Braucci. Come regista cinematografica segna il passo con l’intenso “Padre” con Franco Battiato e Marina Abramovic tra i protagonisti. Di origine abruzzese attinge dalla letteratura mitologica elementi magici elaborandoli in forme emotive molte intense. La incontriamo a Napoli dove, in veste di cantante insieme a Arthuan Rebis, chitarra classica, arpa celtica, nyckelharpa, hulusi, voce, e Nicola Caleo al tamburo a cornice, del progetto The Magic Door, di esibita da poco con l’ensamble dalle tinte magiche che concilia tradizioni sciamaniche ed esoteriche. Lo stile musicale ha sonorità folk britanniche, celtiche, mediterranee. Nella splendida cornice del chiostro rinascimentale Made in Cloister, centro culturale e spazio espositivo per l’arte contemporanea. Nel chiesto c’è anche mostra dell’artista francese Cyrille Martin, le cui sculture sono in parte esposte su piedistalli e in parte appese al soffitto, creando un ambiente molto suggestivo.
Come concilia i suoi molteplici ruoli artistici?
E’ naturale per me concepire il lavoro non come un ruolo definito da un mezzo per esprimermi. Colgo la libertà e faccio scelte dei mezzi grazie a miei punti di riferimenti straordinari come Franco Battito artista completo: poeta, regista, scrittore, cantante, mistico.
La musica che funzione ha nella sua “vita cinematografica”?
E’ fondamentale. La scelgo con estrema attenzione, esprimono il senso del film stesso. Non sono però amante di troppa musica nei film, penso che non debba manipolare o guidare il percorso emotivo dello spettatore. Nel caso del mio ultimo film, “Padre” con Franco Battito protagonista, mi ispiro proprio alla sua figura e quindi la musica ha avuto un ruolo centrale poiché la storia stessa vede il personaggio come un compositore che muore ma che resta nella vita della figlia in maniera quasi realistica.
Quali sono i suoi riferimenti musicali?
Son cresciuta ascoltando tantissima musica. In famiglia molta classica ma crescendo ho formato i miei gusti. I suoni che più mi hanno influenzata sono il tango argentino anni 30 e 40. Ho scoperto a dodici anni, grazie al mio primo mentore, la bossanova e quindi adoro Caetano Veloso. Ovviamente Battiato, già da prima che diventassi amica, è un legame che va oltre la sua musica perché è anche spiritualmente. Grazie a questa ultima esperienza ho approfondito la musica celtica ritrovandomi in generi musicali che prima non avevo toccato. Conoscere nuovi suoni è un regalo che mi faccio.
Tradizioni esoteriche, miti arcaici, mondo onirico. E’ affascinata molto dalla capacità umana di andare a fondo scavando nel io più profondo…
Made in Cloister è un luogo suggestivo dove rievocare il tema del disco.
E’ decisamente un luogo suggestivo. L’ho conosciuto in occasione della mostra di Laurie Anderson e sono amica di Davide De Blasio da tempo e sin da subito ho pensato che era un luogo adatto per questo spettacolo. E’ un luogo di grande stimolo per gli artisti ma anche per il pubblico.
Napoli città esoterica, vulcanica e costante laboratorio artistico. Che sensazioni ispira a un’artista come lei? Conosce/apprezza artisti contemporanei napoletani?
E’ una città alchemica e il nostro disco ha questo tema. Un mio amico alchimista mi ha informato che i Rosa Croce vengono da Napoli e non dalla Germania come molti sanno. Penso al film di Matteo Garrone che ha girato Lu Cunti della Cunti tratto dai testi di Basile, un film fortemente alchemico. Napoli me la immagino come un luogo di trasformazione, di magia con un fermento artistico inesauribile in tutti i campi. Nel panorama italiano rappresenta un caso unico. E’ un luogo in continua ebollizione, tende a non spegnersi mai, caratteristica che altre città non hanno. Ho due carissimi amici registi napoletani: Pappi Corsicato e Mario Martone.
Chi vi ascolta dal vivo per la prima volta cosa deve aspettarsi?
Un viaggio attraverso la musica e le immagini dei video che proietteremo. Il nostro album è stato concepito come un viaggio attraverso la porta magica e alchemica esplorando il mondo che evoca.