Segnatevi questo nome: Stateless. Un’esordiente band inglese ed un ottimo disco omonimo stampato di fresco dalla !K7.
Nel bagaglio del mio interlocutore, il cantante Chris James, troviamo tanto entusiasmo, idee molto chiare, un pizzico di sana ironia… e una vecchia foto di Nina Simone da venerare.
Brit-pop, psichedelia, soul music, hip-hop… Cosa possiamo realmente trovare nel vostro background musicale?
Tutto quanto elencato qui sopra… e anche molto altro. Ascoltiamo letteralmente proprio qualsiasi cosa, purché sia buona. Mi annoio facilmente, così vado costantemente a caccia di nuova musica da ascoltare. Alcune persone scelgono uno stile e cercano di imparare ogni cosa riguardo ad esso. Ciò lo trovo troppo restrittivo, e penso di avere così tanti diversi stati d’animo, qualsiasi va bene, e pretendo musica diversa a seconda del mio stato d’animo del momento. Se mi trovo in un nightclub affollato probabilmente vorrei un po’ di hip-hop bello pesante o un po’ di dub. Se sono in aeroplano 30.000 piedi sopra l’oceano potrei voler ascoltare i Sigur Ros o qualche disco di musica classica. Un background assortito per me, è buffo perché fino all’età di 12 anni avrei voluto ascoltare solo Prince, nient’altro era sufficientemente buono, avevo sei albums di Prince e li ascoltavo a ripetizione, ogni volta che ascoltavo qualcos’altro avevo reazioni del tipo “Sì, è ok, ma non è al livello di Prince, qual è la questione?” ha. La cosa adesso mi fa ridere, ma volevo davvero essere Prince, e forse segretamente lo voglio tuttora.
Il brano che riassume meglio tutte le vostre possibili influenze è forse “This language”. Come avete costruito la struttura di questa canzone passo dopo passo? E com’è nata la collaborazione con Lateef The Truthspeaker?
“This language” è stata partorita da me e Kidkanevil rimbalzandoci idee avanti e indietro, Io sono uscito con alcune parti musicali, lui ha creato un ritmo, io ho ripreso la cosa in mano e ho aggiunto altri elementi alla musica, poi ci abbiamo lavorato insieme e abbiamo rimescolato il tutto con altro ancora. Poi Justin è spuntato fuori con un’accattivante linea di basso e le melodie sono cresciute ulteriormente, poi abbiamo iniziato a suonare il pezzo ed esso è cresciuto fino a diventare un grande mostro! L’ho suonato a Lateef quando eravamo in Australia lo scorso anno in tour con Dj Shadow. Non dissi niente riguardo alle mie liriche perché volevo appunto vedere se lui entrava in connessione col pezzo senza alcun genere di guida, non si dovrebbe avere la pretesa di dire alle persone cosa fare, dovrebbero seguire l’istinto naturalmente. Dopo se n’è andato nello studio di registrazione di alcuni suoi amici ed è tornato con il pezzo registrato. Lo ascoltammo sul tour-bus e mi innamorai veramente delle sue liriche e del loro fluire sul brano. Eravamo davvero in sintonia con esso, ed è stato anche abbastanza interessante perché la maggior parte delle fusioni di rap e rock che puoi sentire alla radio per me sono davvero merda. Così mi resi conto che stavamo camminando in bilico su una corda tesa. Penso che sia importante camminare su corde tese e provare cose un po’ diverse, spingendo te stesso a lavorare fuori dalla tue sicurezze.
Incredibilmente la vostra musica suona classica e contemporanea al tempo stesso…. Qual è il segreto?
Ah, non te lo posso dire, mi dispiace, è un segreto… Scherzo, penso che sia probabilmente dovuto al nostro amore per le canzoni combinato con il nostro amore per la produzione e i suoni. Pure la mia musica preferita di solito combina questi elementi. Mi piace l’idea che se tu seppellisci la tua musica in una capsula temporale, poi quando gli alieni la troveranno e l’ascolteranno (perché tu hai lasciato anche un lettore cd e un generatore) potranno azzardare una supposizione riguardo al periodo in cui essa sia stata composta. Gli stili produttivi comunque invecchiano sempre, così se uno di essi adesso suona contemporaneo poi non lo sarà più in pochi anni. E’ nella sua natura, ma ciò non conta se le canzoni sono buone. Prendi Kate Bush per esempio, la produzione dei suoi albums è completamente datata adesso, ma al tempo erano moderni, lei aveva abbracciato le tecnologie dell’epoca usando sintetizzatori e apparecchiatura che adesso suona ovviamente superata. Ma a chi importa. Le canzoni sono splendide e resisteranno alla prova del tempo, e la gente continuerà ad ascoltarla ancora per centinaia di anni a venire. Gli stili produttivi poi diventano dei pali indicatori con un loro posto nella storia.
Non appena ti ho sentito cantare ho pensato immediatamente alle voci di Marvin Gaye e Mozez piuttosto che a quelle di Thom Yorke e Chris Martin (i Radiohead e i Coldplay sono due nomi usati spesso nelle recensioni del vostro disco)… Sbaglio se ti considero un cantante soul?
No, è ciò che mi disse il nostro produttore Jim Abbiss (Arctic Monkeys, Kasabian) quando entrammo in studio per la prima volta, mi definì “soul singer”. Prima tuttavia avevo ascoltato Marvin Gaye solo poche volte, quantunque risulti assurdo dirlo! Mi piacerebbe poter cantare come Marvin Gaye ma in confronto io sono un perfetto dilettante, in ogni caso grazie lo stesso. Amo cantanti soul come Otis Redding, Marvin, Aretha, James Brown e alcuni dei miei cantanti preferiti sono nomi come Nina Simone. E’ così appassionata ed ha così tanto sentimento quando canta. Ciò rappresenta per me una totale fonte di ispirazione ma allo stesso tempo anche un motivo di sconforto. Canterò tutta la mia vita e le mie capacità vocali cresceranno e mi impegnerò per migliorarmi ma so che non raggiungerò mai una performance grande quanto quella di Nina che canta “Strange fruit” o “Don’t explain”, ma ciò serve a fissare uno standard e mi costringe a voler raggiungere un giorno qualcosa di grande con la mia voce, è un buon modo per mantenersi focalizzati, se ascolti un genio assoluto ti occorre molto tempo per migliorarti. Non sono soddisfatto di ogni mia performance vocale realizzata fin qui, ma in risposta alla tua domanda, probabilmente potrei considerarmi un cantante soul, ma con una lunga strada ancora da percorrere. Perciò resta sintonizzato, ci sto lavorando su… Comunque il nostro bassista Justin è un cantante soul serio, per cui presta attenzione.
Sei interessato alla pratica del remix? Ti piacerebbe vedere qualcuno dei vostri brani in versione remix? Nel caso, quale brano e quale produttore sarebbero perfetti per questo tipo di operazione?
Adorerei ascoltare Sa Ra fare un remix di “Inscape”. O Aphex Twin, lui potrebbe fare qualsiasi cosa gli piacesse. Allo stesso modo potrebbe Sa Ra. Comunque ci sono un sacco di personaggi di talento in giro, veramente tanti, è difficile dire.
Prova a spiegare la vostra musica a persone che non la conoscono, usando un paragone attinto dal mondo del cinema: se il vostro album di debutto fosse un film, sarebbe…
“Lost in translation” potrebbe andare abbastanza bene.
Il riferimento al mondo dei films nella mia precedente domanda non è casuale, credo che molte delle vostre canzoni (“Down here”, “Bluetrace”…) abbiano un taglio cinematografico…
Non l’ho scelto casualmente, amo il cinema, amo i films. Tutti noi effettivamente li amiamo. Suppongo che questo significhi che la nostra musica è cinematica. Adoro il mescolamento di fantasia e realtà. Adoro anche il modo in cui un film può trasportarti in un mondo differente. Sento che gli Stateless sono il nostro modo di entrare in un mondo differente, dovresti attraversare lo specchio e unirti a noi.
In che modo approcciate il vostro materiale durante i concerti?
Suoniamo soltanto il più forte ed energicamente possibile! Cerchiamo soltanto di divertirci, di goderci lo svolgimento della performance. E’ in assoluto il più grande divertimento che puoi provare con i vestiti addosso.
Dopo la pubblicazione dell’album, quali sono le vostre aspettative per il futuro?
Non ho aspettative. Trovo che di solito conducano a delusioni. Ho grandi speranze per noi come band. Spero che le persone entrino veramente nella nostra musica, penetrino nella nostra band e ci sostengano. Se lo fanno poi non li abbandoneremo. Puoi aver fiducia in noi, non stiamo vagando a caso. Stiamo scrivendo molto nuovo materiale, progettando molti concerti. Abbiamo anche intenzione di registrare il nostro secondo album all’inizio del prossimo anno… Scrivere musica, viaggiare per il mondo, scrivere ancora musica, suonare ancora dal vivo. Incontrare un sacco di ragazze. Incontrare un sacco di ragazzi. Divertirsi alla grande. Scrivere ancora musica, suonare ancora dal vivo… Qualcosa del genere.Autore: Guido Gambacorta
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