Straniante ed intrigante quest’ultimo lavoro dei King me, band olandese in giro da una decina d’anni. “Then brawlers”, infatti, è un bel condensato del miglior indie-pop, condito da diversi altri generi. È un disco che apparentemente potrebbe risultare disconnesso dato che tra i dieci brani ci sono pochissimi legami, ma è meglio così perché è un modo per il gruppo olandese di esprimere tutte le sue potenzialità. Le profonde differenze emergono per esempio tra la vibrante velvettiana “Red eyes” e la “britannica” “Motor fear”, sospesa tra echi beatlesiani e folk da terra d’Albione.
Dall’altro lato troviamo il noise straniante e sullo sfondo una bellissima coda lo-fi di “Gimme lies” e “The freshmaker” avvolgente, soffusa e leggera.
Di pop avvolgente è intrisa “Oh how I want you know” alla quale però il gruppo non ha voluto dare una direzione troppo lineare per cui durante il tragitto ci sono dei punti spigolosi ed inerpicati.
Tra pop-noise e psichedelia è, invece, sospesa “Away & still cold”, che si avvicina molto ai nostri Father Murphy. Se è questo il futuro del pop, allora si che è esaltante.
Autore: Vittorio Lannutti