Prendete una band di successo come il Teatro degli Orrori, miscelate questo ingrediente con il postpunk e il pop stralunato alla David Bowie e la narrazione musicale dei Massimo Volume. Frullate il tutto e servite al tavolo dei quattro artefici di questo lavoro, ovvero Luca Cavina (basso), Andrea Belfi (batteria), Alessandro Fiori (voce e tastiera) ed Enrico Gabrielli (chitarra elettrica e sax), il tutto con le spezie sapiente di Tommaso Colliva che registra e masterizza.
Otterrete i Craxi e il loro primo disco “Dietro i battimenti delle rondini”. Le esperienze precedenti dei quattro componenti di questo supergruppo (Zeus!, Calibro 35, Mariposa, Hobocombo, Rosolina Mar) hanno portato a questo disco che è stato il primo e anche l’ultimo, dato che i Craxi si sono già sciolti: il progetto, nato quattro anni fa, ha suonato su qualche palco e poi è svanito, lasciando dietro di sé le undici tracce di questo “Dentro I Battimenti Delle Rondini”, concepito nel 2009 e registrato nel 2010.
La musica del disco è a dir poco sconnessa a se stessa, troviamo un mix di pop, progressive e postpunk a dir poco schizofrenico ma al tempo stesso affascinante: alcuni brani sfiorano un teatro canzone acido e ipnotico (“Rosario”), altri ricordano le esperienze postpunk inglesi (“Drive Inn”), altri invece non trovano catalogazione se non nel brano in sé stesso (“Si Appressa La Morte, Non Ci È Dato Sapere Cosa C’è Al Di Qua”).
Non mancano episodi rumoristi (“Se Me Lo Chiedi Dolcemente”) o canzoni dal sapore di altalene musicali un po’ fini a se stessi (“Dentro I Battimenti Delle Rondini”, la titletrack).
Canzoni che si insinuano nel cervello ma prima nello stomaco e che parlano di amore, cinema, telefilm, vino rosso e canti anarchici.
Questo è un disco duro, da digerire lentamente con molta calma e per pochi palati musicali. Ma a quei pochi piacerà tanto.
www.tannenrecords.com/dentro-i-battimenti-delle-rondini/
autore: Stefano Pellone