Il nome del gruppo è nuovo, ma la musica del disco è assolutamente classica. E’ come un grande viaggio nel tempo e nei classici del rock questo disco dei Juan Mordecai, e la cosa che più sorprende è che si tratta di un duo tutto italiano, David Moretti e Andrea Viti. Ma a svelare il mistero di questo riuscito esperimento nostrano di emulazione dei grandi del rock (i più attenti se ne saranno già accorti) sta il curriculum dei due musicisti: in due parole, Karma e Afterhours, e scusate se è poco. Senza contare che al progetto si accostano 12 altri musicisti (molti dei quali ex membri dei Karma stessi) tutti preparati e competenti, da Xavier Iriondo a Gianluca Mancini, da Andrea Bacchini a Diego Besozzi.
L’album è un vero e proprio viaggio musicale alla ricerca delle radici del rock, con un occhiolino strizzato al folk americano, da Jhonny Cash a Neil Young.
Prodigal Son è un ritmatissimo pezzo alla Who, mentre The Flesh Song è una ballata folk post-moderna, con chitarra distorta e sintonizzatori, che ricorda certi Pink Floyd riletti in chiave attuale, I Saw You ha un inizio che ricorda i Led Zeppelin acustici, ma poi si apre verso una citazione esplicita dei Pink Floyd stile The Wall, Someone Better ricorda i Cream, 3 Little Lusts cita Neil Young, e si potrebbe continuare così fino alla fine degli 11 pezzi.
Ma bisogna fare attenzione: non è un album-tributo e nemmeno i Juan Mordecai sono una cover-band. Sfumature e ispirazioni sono quelle del rock anni ’60 e ’70 soprattutto, certo, ma l’interpretazione personale che rende i pezzi freschi e attuali come rose c’è tutta, e viene dalla grande esperienza dei due artisti, che qui dà il meglio di sé, potremmo dire, dato che non ha bisogno di cercare l’originalità né il prodotto confezionato apposta per la radio a tutti i costi.
E così il talento e la preparazione musicale dei due può spaziare agevolmente verso gli orizzonti che sono a loro più confacenti, e regalare all’ascoltatore dei momenti meravigliosi di puro rock come ormai se ne sente poco. Specie in Italia.
Autore: Francesco Postiglione