Forse proprio perché lontano dalla struttura che in questo momento sorregge la Golden Age del new rock di stampo Strokes per intenderci o dalla malinconia post rock, non deve meravigliarci il buon ritorno critico di un album come “Tell me” dei Catfish Haven. Forse proprio questo è ciò di cui si ha bisogno, senza disdegnare parte di quell’indie rock che spopoleggia, ovvero di un po’ d’aria nuova (e il successo, tanto per fare un esempio, di un gruppo come Langhorne Slim, può essere acquisito come prova a favore).
“Tell me” è un album buono, orecchiabile senza troppi fronzoli e giri di parole. Si discosta dal rock, ma senza perderlo di vista, giocando con sonorità più soul e funk, facendosi accompagnare dalla stupenda voce roca di George Hunter (viene da chiedersi quanto alcol, ma soprattutto quante sigarette ci saranno dietro quella voce). Queste dieci canzoni di questo trio di Chicago uscite per Secretely Canadian, rimandano a un Otis moderno, ascoltate il funk di “Crazy for leaving” per farvi un’idea, sebbene l’aspetto…beh a dire la verità abbia ben poco a che fare con i soulmen, anzi, ma in questo è il loro lato rock che viene fuori. Questo “Tell me” esce sulla scia dell’EP “Please come back” uscito all’inizio di quest’anno, che ha riscontrato un buon successo e da lì prende spunto e continua, con azzeccati arrangiamenti di tromba e handclaps ad accompagnare la title track, ma soprattutto con testi scritti da un ragazzo appena mollato dalla ragazza. Ma non vi aspettate noia e lacrime, perché vi sorprenderete spesso a sbattere piede e testa a ritmo. La chitarra acustica con cui si apre “I don’t worry” fa da preludio alla parte più ballabile dell’album. Certo “Down by your fire” non è una novità assoluta e forse vi sembrerà di averla già ascoltata da qualche parte, forse in qualche pubblicità (ma non è così), ma subito dopo c’è il rock & roll di “Another late night” ad equilibrare le cose e “Let it go (go to grow)” seppur relegata alla fine del cd è una delle cose migliori.
Molta potenza in questo trio e in quest’album. Certo non si rivoluzionerà il mondo della musica, ma in fondo chi è più in grado di farlo?
Autore: Francesco Raiola