Marjane Satrapi presenta in anteprima a Ferrara la sua opera trasformata in cartoon
Dolce e intenso, come il profumo delicato dei gelsomini. Vero, come i racconti di famiglia eppure triste, angosciante e poi, divertente, dissacrante, ironico.
È un piccolo capolavoro quello di Marjane Sartrapi, piccolo genio cosmopolita di salde radici iraniane. Un gioiello cesellato finemente, da mani sapienti, privo di impurità dalle sfaccettature abbaglianti.
Un’opera perfetta nei suoi tratti essenziali, svelti eppure dettagliati, corposi, ipersemiotici.
I suoi personaggi, semplici cartoni animati “artigianali” (niente 3D per Persepolis) hanno un’anima e commuovono, confondono, divertono e non è soltanto per la meravigliosa interpretazione (alla voce) di Chiara Mastroianni, stonatissima mentre intona di Eye of the tiger” inno tamarro di tutti i rocky-dependent, e per quelle altrettanto eccelse di Cathrine Deneuve (presta la voce alla madre di Marji), Danielle Darrieux (la nonna), Simon Abkarian (il padre) né per le doti artistiche di Marjane (che è un’ottima illustratrice e soprattutto narratrice): c’è nostalgia, sfrontatezza, nostalgia, disgusto, disperazione in Persepolis.
C’è la vita, la sua vita, raccontata per difetto (nella sintesi estetica dell’illustrazione) eppure così meravigliosamente reale.
La giovane artista, ha presentato il 6 ottobre in anteprima a Ferrara, durante l’incontro organizzato dal settimanale Internazionale (il miglior giornale del mondo, provare per credere) e accolta da una fiumana di persone (molti credo, sono tuttora in fila davanti al Cinema Apollo), l’opera che le ha fatto conquistare il premio della critica all’ultimo festival di Cannes e la candidatura all’Oscar come miglior film straniero.
Rappresenterà la Francia, la terra che l’ha osannata e di fatto adottata.
In Iran intanto, la sua opera è bandita, raccogliendo le invettive di Mahmoud Ahmadinejad che ha fatto lanciare al suo ministro della cultura un’invettiva contro l’opera della Satrapi.
In Persepolis (animazione del fumetto omonimo, edito per l’Italia da Sperling&Kupfer), Marjane racconta con immensa capacità espressiva, della sua vita, della sua famiglia, del suo Paese.
La storia di una donna che in fondo, si è sempre sentita straniera: sin da bambina, quando cresciuta in una famiglia di origini nobili e progressista, gridava con estrema consapevolezza (prima però ne era a favore) “Abbasso lo Scià, abbasso lo scià”, per poi scoprire, forse, che il sovrano era un luminare rispetto a Khomeini e i suoi seguaci.
Il crollo della monarchia salutò l’avvento di un potere teocratico, fondato sul pregiudizio ma che (fortunatamente) non ha impedito alle donne di studiare anche se mortificate dal velo.
Coloro che, confessa l’autrice al pubblico di Ferrara, guideranno l’Iran verso la democrazia.
Costretta a vivere in un mondo di misogini . Ma tutte le religioni lo sono e quale potere non è guidato dalla religione? suggerisce Marjane alla platea incantata. La Satrapi non è assolutamente intenzionata a mettere gli uomini alla gogna: il suo mondo è fatto di grandi donne così come, di uomini eroici.
Saldi principi e resistenza sorreggono Marjane nella sua odissea dall’Iran, a Vienna, a Parigi.
Solo l’amore lascia il tempo che trova nella sua vita di artista “bipolare” (un pò scrittrice, un po’ disegnatrice) che sicuramente farà la gloria della Francia in America.
Chissà se ha già riflettuto sulle ripercussioni in Iran della sua probabile premiazione all’Oscar.
Autore: Michela Aprea