Quelli dell’etichetta Lifelike si dichiarano particolarmente orgogliosi di presentare la realizzazione del primo album del solista islandese Ornelius Mugison, avendone scoperto le qualità attraverso una demo spedita dallo stesso; ed effettivamente c’è di che esserne fieri, per una piccola etichetta indipendente, quando tra i propri titoli ci si attribuisce una uscita così efficacemente riuscita come questa, dando i presupposti per ulteriori realizzazioni per l’autore di alcune tra le più sorprendenti ballads lo-fi dell’ormai estinto 2003. Per la selezione delle atmosfere respirate da Mugison nella realizzazione delle nove tracce, c’è di che sbizzarrirsi; partendo dalla prima traccia a riscaldare l’ambiente in pieno stile swinging-London, scoccano accordi sfrecciati della chitarra di George Harrison, trapassati da una sottilissima, sotterranea lama elettronica , mentre la seconda “Ear” è una ballata ispirata dalle suggestioni di Bono per le praterie del vecchio west, anch’essa trafitta da una strusciante litania elettronica.E via via scorrendo i brani, si sovrappongono e spintonano lungo un’ amabile passerella, Tom Waits, Sigur Ros, Daniel Johnston, Herbert, tutti capitati accidentalmene ma indissolubilmente mescolati da un formidabile cantautore, che supera se stesso, in “Poke a Pal” tenerissimo e struggente epilogo di questa bella favola dalla Terra dei Ghiacciai.
Autore: g.ancora