Prendete una band straniera, un’altra italiana. Chiamate qualcuno che sia pratico di remix. Un altro che si occupi di video. Il CD è pronto ma serve una copertina, quindi vanno reclutati un disegnatore e un altro che si occupi del layout. Cacchio, ma serve tutto questo per far uscire un CD?! No, ma può accadere. Dipende dalle intenzioni.
E quelle appena esposte sono le intenzioni di Stefano Paternoster da Lavis, provincia di Trento. Che dalla fanza Equilibrio Precario scende – stavolta sì – in prima linea, e si costruisce da sé questo marchio, Robotradio. Il programma più o meno ve l’ho esposto. Ambizioso, non c’è che dire. Non ci aspetteremo certo, come già fa sapere lo stesso Stefano, una release del genere al mese. Ma è importante? Quale label italiana si può permettere un ritmo simile senza che ciò vada a scapito della qualità (ma potremmo anche non porre quest’ultima clausola)? Facciamone una e buona, ogni tanto, anche se non si tratta del vero e proprio nuovo album di chicchessia. I brani però sono inediti, attenzione. E adesso che entriamo nel merito, capirete ancor meglio come ne valga la pena.
I pAper chAse hanno da poco fatto uscire il nuovo album, “God Bless Your Black Heart”, su Kill Rock Stars. Non l’abbiamo ascoltato, ahimè, ma continuiamo a passare volentieri “Hide the Kitchen Knives”, piazzatosi nel 2002 tra i dischi più determinanti per ciò che l’indie oggi può concretamente dire per far valere la sua dignità. Red Worms’ Farm è invece una delle realtà italiane più in palla –specie dal vivo, visto che nessuno da noi può ritenersi sazio di copie vendute – a dispetto della quasi totale assenza di promozione e altre strutture sostentative di cui invece usufruiscono a piene mani coloro che, proprio dimostrandone gran bisogno, celano parecchie lacune artistiche.
‘Jelly Bean’ e ‘Pop Song’, e forse pure ‘Fav’, sono però episodi conosciuti della band padovana. Non avevamo detto che vanno fortissimo dal vivo? E’ li che li abbiamo sentiti, regolare, non su disco. E spaccano, maledettamente, secondo uno stile che va così forte, così tirato, che qualsiasi possibile influenza viene sgretolata in modo da renderla poco facilmente rintracciabile. Hardcore, punk, noise, rock’n’roll, qualsiasi cosa si possa dire dei Red Worms’ Farm, loro vanno oltre quel singolo genere. Sono tosti e basta, se non vi piacciono non ce ne frega. Chi li ama lo fa senza condizioni, sappiate questo.
Anche i pAper chAse sputano sangue, e già su disco. ‘I’m Your Doctor Now’ (che in effetti è comparso, pur se solo negli States, sulla “Track & Field” compilation della KRS) può contare, oltre che sulla consueta saturazione iper-emo dei quattro di Austin, su una produzione che la fa quasi avvicinare a certe sonorità nu-metal, senza però tutto il brutto di questa pagliacciata. Mi sembra di risentirci echi dei riff di ‘AliverAlungAkidneyAthumb’/‘Drive Carefully, Dear’, ma che importa? Vorrei solo andasse oltre i suoi 2 minuti e mezzo. E anche ‘Isn’t She Something’ è una lama ben affilata che fende sadicamente il cuore (“She’s Playing Games…” urla Congleton disperatamente, ma lucidamente – ma dove lo beccate un altro dannato come lui al microfono?!). Laddove ‘Out Come the Knives’, chiusura riconciliante del vecchio album, è qui resa, nella remix version di Chris Godbey e dello stesso Congleton (che fa i suoni a un bel po’ di gente oltreoceano, 90 Day Men in primis), ancor più radiofonica, quasi “nuziale”. Paradossale e spiazzante, ma funziona.
Veniamo al contorno. Il remix di ‘Jelly Bean’ a firma Giulio Favero (chitarra di One Dimensional Man un tempo) è una rasoiata dark-electro-rock da spazzar via un bel po’ di cazzate remixatorie. I video di Founthead lanciano tanto ossessivi scenari artificiali, quasi orwelliani (l’allucinata grafica vagamente robotizata in rosso e nero di ‘I’m Your Doctor Now’), quanto una personale live dei tre Vermi Rossi, e poi l’ispirazione “naif-quotidianista” delle illustrazioni celeste nero bianco scaturite dai pennarelli di Alessandro Baronciani, e il layout di Mirko Spino, dei cui package Wallace – casa sua – ho parlato anche troppo in passato. Ok, release n. 2 a quando?
Autore: Bob (o Roberto?) Villani