Non dev’essere stato un caso che Howe Gelb sia andato in Danimarca a pescare chi gli ha permesso di tenere in vita il marchio Giant Sand. Prova di come nella terra di Amleto esistano musicisti in grado di far propria una materia così geograficamente e culturalmente distante la danno anche questi 4 giovanotti di Copenhagen, autori di quest’album, dopo un EP, datato metà 2004 ma solo ora disponibile qui grazie a Eaten By Squirrels, piccolo ma intraprendente distributore – presto anche vera e propria label – di Latina.
Giant Sand, si è detto, ma è anche il Neil Young più morbido a venire in mente nei solchi di “Lazarus”: 9 brani che sanno di albe e tramonti consumate davanti a un fuoco nelle immense distese di un midwest che, altrove svuotato del suo significato di terra rubata all’ignoto, viene qui efficacemente rappresentato nel suo essere teatro di un’epopea estremamente significativa nel forgiare lo spirito e il carattere dell’uomo americano.
“Lazarus” riesce, in questo, a essere un disco molto più intenso di tante produzioni “autoctone”, capace di sbancare i colleghi di un Will Oldham a casa loro, tanto essenziale – nel senso di saper cogliere l’essenza di un sound oggi pesantemente abusato – quanto ricco di dettagli che lo rendono “credibile” al cospetto anche dei citati grandi. Forse solo in Danimarca potevano capire quanto siano fredde, di notte, le praterie di frontiera…
Autore: Bob Villani