Il nuovo attesissimo disco degli Hot Chip conferma Alexis Taylor e compagni come una delle band più creative dei nostri tempi, e non soltanto nell’immaginario nerd digitilazzitato, di cui sono vere e proprie icone, ormai. Uscito per la Parlophone records, già costola della Emi, l’album ribadisce in chiave R&B e soul due caratteristiche distintive che il gruppo londinese non ha mai celato: cupezza compositiva e vocazione categoricamente dance– pop.
‘One life stand’ esce fuori da un cappello vittoriano e non è una sorpresa, piuttosto indice di una continuità che la band non trascura ma al contrario persegue in maniera coraggiosa e impertinente. Di sicuro gli Hot Chip si fanno notare dalla EMI perché testimoniano di essere assolutamente padroni di un suono brit pop proprio, innovatore e sperimentale. James Murphy, già frontman degli Lcd Soundsytem e timoniere dell’etichetta indipendente americana di genere più in picchiata degli ultimi anni (la DFA records) lo sa bene. In tempi non sospetti li ha individuati come affini collaboratori.
Al quarto album in studio, gli Hot Chip proseguono il progetto professionale che hanno intrapreso, si confermano abili manipolatori pick’nd mix e riescono ad imprimere ai suoni un mood quasi post – apocalittico. Squisitamente occidentali per l’impostazione new age dei testi e terribilmente anglosassoni per le partiture elettroniche, i brani del disco riescono ad essere cupi in maniera scanzonata, ballabili e allegri ma allo stesso tempo intrisi di percettibili sfumature grigie.
‘Thieves in the night’ stabilisce in apertura le sonorità di tutto il disco: un assemblaggio di beat sintetici che si intrecciano in un crescendo a tratti psichedelico e disegnano piumaggi ondulari su una curva dark andante. ‘Hand me down your love’ ha un incipit martellante che ripete incessante la strofa del titolo, sullo sfondo di una tastiera trasparente ed una batteria sound check style. ‘Slush’ è una ninna nanna gospel semplicemente incantevole.
‘I feel better’ conferma lo stato di grazia, ‘We have love’ e ‘Brothers’ strillano ululati e inni d’ amore e fratellanza, rassegnati vocalizzi, prediche postgenerazionali che si sforzano di gridare alla fine del decennio l’intensa sensibilità, la precaria vivacità, l’eccessiva creatività, lo smisurato individualismo che lo hanno caratterizzato. Quasi a voler ribadire valori ancestrali in bilico, principi esistenziali sospesi tra l’incertezza del futuro e la ferma convinzione di vivere il presente.
Suoni sperimentali e melodici, testi concisi e significativi. Un bel disco davvero, in attesa che il prossimo sia preventivato con l’unica promessa di giocare l’ennesima scommessa su loro stessi!
Hot Chip – One Life Stand (MySpace Exclusive)
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Autore: Antonio Ciano
hotchip.co.uk