Arrivati al terzo disco, i tedeschi Urlaub In Polen si divertono a saltellare freneticamente tra i generi musicali, regalandoci un lavoro intelligente e dissacrante, inquieto e frenetico (alcuni pezzi hanno un finale troncato bruscamente, come se si avesse fretta a passare al brano successivo…e mettere altra carne a cuocere!).
Suoni industriali (l’introduttiva “Zwo” e la ghost-track finale). Canzoni dove l’elettronica incontra il blues, il soul, Tom Waits e Nick Cave (“Wanderlust”). Post punk/new wave che non disdegna sfacciate aperture melodiche (“Beatrice”). Chitarre elettriche che convivono con nonchalance con vocoder e beat electro (“Inkin Ark”). Pop rock a presa rapida (“A case of getting from B to C”, con tastiere che sembrano rubate agli OMD). Clamorosi innesti tra noise-rock e gelidi ritmi electro-wave molto 80’s (“A case of getting from C to D”). Organi “gotici” e clapping che spuntano fuori da pezzi di indie-rock schizoide à la dEUS (“Crash”). Pezzi di folle electro-lounge (?) deviato, dai titoli assurdi (“La gallina”!). Una giostra di suoni e citazioni. Divertente se ci si lascia coinvolgere dall’ironia di fondo. Inconcludente se si è alla ricerca di qualcosa di più “definito”.
Autore: Daniele Lama