Ero lì a chiedermi se “World ov Worms” avrebbe mai visto un seguito, che me lo trovo in faccia dritto servito. In salsa bollente. Sull’esordio della neonata creatura del cattivo Samoth -un side project allargato- avevo forse ironizzato troppo. L’ex Emperor aveva convinto poco tutti e il sottoscritto per primo. Invece la band ora esiste a tutti gli effetti (con il fido Trym alla batteria, Destructhor all’altra chitarra e Bard “Dr. Faust” Eithun a manipolare le liriche) e di questo secondo lavoro non credo avrò a pentirmene. Anzi ne sono sicuro. “Aeon” si propone decisamente come il miglior album di death moderno dell’autunno 2003 e, se le altre uscite non dovessero essere all’altezza, lo vedo tranquillamente allungarsi alla primavera dell’anno prossimo. Sono certo che i consensi arriveranno a frotte. Smussate alcune spigolosità che sono la norma in un debutto, ritengo che stavolta sia stata fatta un’opera egregia in sede di scrittura musicale. La componente black è messa in secondo piano a vantaggio di un estremismo furente non esasperato da una velocità solo fine a se stessa e accompagnato da qualche simpatico esperimento tecnologico (“An Eclectic Manner”). La ritmica assassina non perde un colpo lungo i quarantuno minuti del disco, e anche lo screaming del nuovo cantante-bassista Secthdamon sposta gli equilibri di settore. D’altronde un tour con Morbid Angel e Deicide non può non aver influenzato. “Psyklon Aeon” e “Core Solution” martellano le tempie dell’ascoltatore. Inutile scappare: “Specimen Eruption” e “No Name Above The Names” vi raggiungono comunque e dovunque.
Ma che la proposta sia curata in ogni dettaglio, lo dimostra la grafica di una copertina che sembra il manifesto di un film (con titolo e credits in basso). Ingredienti tutti per una buona riuscita. Lo confesso: un assalto frontale di questo genere davvero non me lo aspettavo. Ho cominciato a tormentare lettore-cd e vicini dal sonno leggero.
Autore: Antonio Mercurio