I Christiansen hanno il sicuro pregio di saper filtrare quella pretenziosità che ha rappresentato lo sfacelo di molte, inferiori band prima di loro. La bio ridotta all’osso che accompagna questo ciddì, un’altra eccellente release della sempreverde Revelation, fa di loro questa citazione: “ascoltiamo di tutto. ascoltiamo il silenzio. non vogliamo limitazioni. ma sappiamo che verranno innalzati dei muri”. Abbstanza per rendere chiunque scettico su una band che non ha mai deciso di tener fede alle proprie promesse. Ma loro, Dio li benedica, dispongono di munizioni a sufficienza per proteggere la loro “sgradevoli” attitudini, e su quest’album lo dimostrano definitivamente.
“Stylish Nihilists” è un disco di inaspettata passione che pure sviscera chitarre gloriosamente melodiche, che piroettano in un turbinio di eccellenza post-punk senza perdere troppo del puro vetriolo che dà al disco il suo surplus. I testi sono stilisticamente memori di Allen Ginsberg, con libere associazioni e isolate dichiarazioni che abbondano ovunque.
Problemi? Sì, proprio i testi che, costellati di clichè, raramente riescono a trasmettere quella corrente emozionale di cui una profonda comunione musicale tra persone dovrebbe esser capace. Buona parte dei contenuti testuali sono sì introspettivi, ma l’introspezione senza l’umiltà cede ben presto il passo a un banale sentimento di auto-indulgenza. Passaggi come “smart kid, the art kid, let’s hope he learns to smile” vanno troppo pericolosamente vicini a una rabbia adolescenziale fine a se stessa.
Tuttavia non lasciatevi deviare dalla concreta circostanza di essere in presenza, nel complesso, di un buon album. non si può fare a meni di avvertire che i Christiansen sono in maturazione, laddove il frutto è quello di buoni musicisti. Manca ancora qualche freccia al loro arco, ed è questo che, ancora, gli nega il traguardo della grandezza.
Autore: Daniel Westerlund