Un pomeriggio d’estate dello scorso anno, ma anche di quelli passati. Una giornata passata al mare, la pelle tirata e secca per il sole e la salsedine. Ritorno a casa, di corsa in bagno, si apre il rubinetto della doccia e niente. Manca l’acqua, quelli dell’acquedotto pugliese hanno deciso di chiudere le tubature per limitare i consumi, l’acquedotto pugliese: quello che per la manutenzione discontinua ha una quantità di dispersioni enorme. Se lavarsi con delle bottiglie messe da parte previdentemente, in Puglia, a sud certamente ma del primo mondo, può dare una piccola idea di come l’acqua sia un bene, immaginare quello che può accadere nel mondo più a sud dà l’idea che l’acqua sia un diritto umano.
Kyron è il progetto del compositore classico e jazz Roberto Rusconi dedicato all’acqua, che sta subendo progressivamente una forma di globalizzazione inquietante e violenta. In Blue Gold convivono musicisti italiani come Roberto Bortoluzzi e Francesco Boldini alle chitarre, Marco Tamburini alla tromba, Aldo Tagliapietra (ex Le Orme) a Sitar, la sezione ritmica nordamericana di Billy Hart e Cameron Brown, e vocalist come Ursula Rucker da Philadephia (che ritengo una delle protagoniste del migliore degli incontri tra la poesia performativa e l’elettronica), i brasiliani Juny kp!, Sara Alba, Rosa Emilia ma soprattutto Marisa Monte (il cui successo con i Tribalistas non è paragonabile con i suoi dischi da solista) e molti altri.
Ne è venuto fuori un disco dove l’elettronica convive con diversi generi: un po’ come nei dischi dei Galliano, di Nicola Conte, di Laurie Anderson e degli Zuco 103; leggero e godibile tanto quando importanti sono le premesse che hanno accompagnato la sua realizzazione.
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Autore: Massimiliano Zambetta