Il nuovo terzo disco degli udinesi Alfabox, omonimo, prosegue un discorso rock molto onesto e diretto – i brani sono stati incisi con Enrico Berto in presa diretta, senza correzioni, ed il missaggio è stato piuttosto leggero: chiuso in soli 5 giorni di lavoro proprio per non togliere spontaneità al lavoro… – con entusiasmo, sempre sospeso tra riflessione e divertimento, suoni ruvidi ma anche bei passaggi synth wave ballabili, gusto pop ed una scrittura musicale non originale ma molto asciutta e tanto attuale.
Qualche limite talvolta nei testi, tutti in italiano, grossomodo compensato non solo dai ritmi piuttosto catchy – le piacevoli ma poco consistenti ‘La Vacanza è Finita‘, ‘Aspetta e Spera‘ ed ‘Ormai è troppo Tardi‘ – ma compensato anche dalla caratteristica voce del cantante, dal carattere rock, Francesco Talotti, che mostra ottima verve e grande espressività, e poi emerge spesso un’urgenza verso l’azione, in questa band – su tutte ‘La nostra Primavera Araba‘ e l’amara ‘Miracolo Italiano‘ – che catturano un sentire diffuso tra i giovani ma che purtroppo stenta cronicamente ad incanalarsi in una direzione in qualche modo costruttiva, o forse semplicemente i tempi non sono ancora maturi.
Un lavoro perfettibile che gli Alfabox tuttavia hanno voluto così spinti anche dall’esigenza di essere diretti ed immediati. La band è formata da Gianluca Albicocco (chitarra e voce), Alessandro Dinapoli (tastiere e voce), Gianluca Liva (basso e voce), Rocco Repezza (batteria) e Francesco Talotti (voce).
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autore: Fausto Turi