Molti li considerano una delle promesse della nuova stagione musicale. I Controller.Controller arrivano dal Canada, e col recente disco d’esordio ‘X-Amounts’ sono riusciti a fondere spessore e divertimento un po’ à là Franz Ferdinand. Parliamone con il chitarrista della band, Scott Kaija.
La musica dei Controller.Controller sembra un concentrato di chitarre indie rock e dance music: due attitudini differenti che solo qualche volta sono riuscite a trovare un’autentica sintesi, nella storia del rock’n’roll (penso al post punk di Devo e Talking Heads, alla mod music, al garage punk degli ani 60, al funk…). Vi piace far ballare la gente?
Naturalmente! Una delle cose che ci interessa e ci coinvolge di più, nella musica, è il modo in cui il suono riesce a provocare un’autentica reazione fisica. Talvolta ti può capitare di non resistere, di muovere i piedi e dondolare la testa al ritmo di una musica che magari neanche ti piace… E questa è la nostra grande ambizione: far ballare persino chi è restio, contro la sua volontà!
Mi pare che abbiate fatto un primo tour europeo (senza date italiane…), in Aprile; cosa potete raccontarmi di questa esperienza?
Si… abbiamo fatto un breve tour europeo nella prima parte di quest’anno, ora stiamo attraversando il Nordamerica; devo dirti che gli europei trattano gli artisti con più rispetto di quanto non si faccia in Nord America. C’è una sacrosanta considerazione per le piccole o grandi cose che hai appreso stando in tour abbastanza a lungo, e che sul palco possono fare la differenza e vengono finalmente apprezzate. Riguardo a ciò è stato un po’ frustrante ricominciare a suonare a casa nostra: qui da noi le r’n’r bands sono carne da macello…
Preferite suonare dal vivo, o vi considerate un gruppo rock che da il meglio di sè in studio? La vostra musica, l’ultima canzone del disco ‘Magnetic Strip’ ad esempio, sembra fatta apposta per le grandi arene, con un mucchio di gente sotto un palco…
Probabilmente rimaniamo prima di tutto una live band: c’è un’energia nei nostri show che non siamo mai stati capaci di riprodurre perfettamente in un’incisione. E ciò indipendentemente che suoniamo in un microscopico club o in un’arena.
Detto ciò, t’assicuro che nulla ti fa desiderare di più di ritornare in studio a registrare roba nuova, del fatto d’esser stato in giro per due anni a suonare sempre le stesse canzoni da un disco d’esordio. Abbiamo imparato molto dalle nostre prime esperienze in studio, l’anno scorso, ed ora siamo concentrati nel guardarci indietro per calarci nuovamente in quelle esperienze, e tirar fuori qualcosa di nuovo.
Spesso i vostri testi parlano di romantiche, problematiche storie d’amore con crisi e litigi finali; chi scrive i testi, nei Controller.Controller?
La maggior parte dei testi li scrive Nirmala, e non ti so dire molto dei contenuti, ma so che in questo lei assomiglia a noi tutti, e le piace mantenere una certa ambiguità nelle cose, così che ognuno che ascolta la canzone potenzialmente possa relazionarsi ad essa in un modo personale.
In Italia, al momento, il più famoso gruppo rock alternativo canadese sono i più “seri” e sofisticati Broken Social Scene…
Beh, i Controller. Controller in effetti sono più energici e rock’n’roll…
Loro sono dei grandi, e pensa che esordirono per la nostra stessa etichetta canadese. Adesso anno sfondato, ovviamente, ed è una gran cosa per i gruppi come noi il fatto che c’abbiano aiutato rendendoci visibili e credibili a livello internazionale.
‘Poison/Safe’ e ‘Straight in the Head’ sono canzoni incredibili… ricordano l’energia di ‘I’m not in Love’, la mia canzone preferita dei Talking Heads (1978). Conoscete quella canzone?
Si, certo: siamo tutti grandi fans dei Talking Heads. Mi diverte sempre ascoltare i paragoni tra noi ed altre band…
Tu e l’altro chitarrista Colwyn Llewelyn-Thomas, sembrate avere una grande attitudine rock; avete ascoltato molta grunge music, nel passato?
Ovviamente siamo stati presi da tante cose differenti, nel corso degli anni: dal blues alla dance music… ma certamente buona parte del tempo, quando andavamo a scuola all’inizio degli anni 90, l’abbiamo passata ad ascoltare grunge, e questo avrà pur avuto qualche effetto, sul nostro modo di suonare. Attualmente però non ascoltiamo più il grunge.
Ho letto in internet che un anno fa, dopo la tragedia dello tsunami nell’Oceano indiano, la vostra cantante Nirmala Basnayake si impegnò molto per raccogliere denaro esibendosi in vari benefit concert, in Canada. Forse avverte qualche legame, con le suo radici indiane? è nata in Canada, Nirmala?Nirmala è una ragazza canadese di origini cingalesi; le piace aiutare la gente in generale, e non si fa coinvolgere solo dalle proprie radici etniche. Noi qui abbiamo tutti differenti radici etniche, e di ciò siamo molto orgogliosi, anche perchè è proprio questo che ci rende ancor più tipicamente canadesi. i Controller.Controller sono un mosaico culturale in miniatura.Autore: Fausto Turi
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