I partenopei Na-Sa debuttano con un disco in pieno stile trip-pop… Sì, avete letto bene: “trip-pop” e non “trip-hop”, perché tra i caldi sbuffi ritmici e le vellutate atmosfere di “Filtri invibili” non troverete la componente “black” che siete abituati ad associare al suono di Bristol (i vari Massive Attack, Smith & Mighty, Tricky…), ma individuerete piuttosto la sensibilità pop dei Laika, degli Esthero o dei primissimi Archive.
Trip-pop suonato aggiungo, visto che l’approccio alla materia dei Na-Sa contempla l’uso di chitarra, basso e batteria e l’intervento mai invadente dei sintetizzatori. E completo la mia presentazione con un altro tassello ancora: “una via italiana al trip-pop suonato”: “Filtri invisibili” è infatti un disco fatto di canzoni scritte in italiano ed affidate alla suadente interpretazione della vocalist Marianna Intoccia.
La vena cantautorale (nel senso più moderno del termine) del progetto Na-Sa è esemplificata al meglio da “Indecisioni”, episodio vicino a certe cose di Cristina Donà, mentre una caduta di tono si registra con la sciropposa “Cieli di marmellata”, senz’altro il brano meno riuscito dell’intero lavoro.
I pezzi sono rifiniti da una produzione ovattata che se ha il difetto di smussare un po’ troppo gli angoli delle soluzioni ritmiche più interessanti (“Giorno per giorno”, “Inaspettato”), d’altra parte riesce a conferire un mood sognante all’intero lavoro.
Di “Filtri invisibili” piace proprio questa sua eterea consistenza (passatemi l’ossimoro), piace il gusto melodico accattivante (ascoltate in particolare “Mousse” e “Sei come sei”) e piace pure la veste grafica (davvero molto bella l’immagine scelta per la copertina). Siamo di fronte ad una prima prova più che positiva quindi, ma certo i Na-Sa saranno “condannati” ad osare sempre di più ad ogni nuova uscita discografica se non vorranno trasformarsi in breve tempo da “artefici” a “vittime” di un genere già adesso pericolosamente inflazionato.
Autore: Guido Gambacorta