Ecco un altro gruppo nu metal di cui avremmo fatto volentieri a meno. Per un disco di cui veramente non c’era bisogno. Quanto sentireste in questo album d’esordio del quintetto londinese, non sembrerebbe nuovo nemmeno a mio nipote di un anno e mezzo. Tutt’altro. Piacevole forse -a tratti- ma nuovo no. Badate: ho usato apposta il condizionale. Per evitarvi una mega
incazzatura da incauto acquisto. Perché oggi riconoscere una ruffianeria diventa difficile, tante sono le trappole tese all’adolescente ingrifatissimo di schitarrate, obiettivo principale di un mercato sempre alla ricerca di chi debba mettere mano al portafoglio.
“Bitter Part Of Me” non è un brutto lavoro. Alle prime note verrebbe anche da gridare al miracolo, ma scorrendo le tracce -dieci- ci si accorge di come siano frutto di una studiata composizione a tavolino. Paiono l’esatto compendio di un trittico: cantato alla Nickelback, suono alla Machine Head e ritmiche alla Killswitch Engage in dosi scientificamente miscelate. Se avete un album degli ultimi due gruppi evitate la spesa e tirate dritto. Se invece da neofiti del genere volete farvi anche un concetto dell’attuale produzione british allora va bene. Ma il consiglio è sempre quello di ascoltare
prima -laddove possibile- e poi comprare. In alternativa dovete fidarvi del
nostro giudizio.
Cinque mestieranti attivi da oltre un decennio con altri monicker (Exile, Downtrodden) e abbastanza noti sulla scena locale. Un mini-cd alle spalle come Panic Cell (“Rockaphilia”) accolto discretamente dalla critica l’anno scorso e ora il full length di debutto. Dopo l’adrenalinica opener “Damn Self Pity” arriva “Away From Here” il singolo-magnaccia scortato da un video
di anonimo e mediocre profilo. Segue l’episodio migliore “Save Me” energica e allo stesso tempo melodica nobilitata da un ritornello che la farebbe stare a meraviglia nella colonna sonora di un film di supereroi. Tre canzoni e vivaddio. Restano trentasei minuti che scorrono velocemente. Unico
sussulto -ma niente di che- sulla titletrack anch’essa costruita secondo lo schema consolidato.
Il chitarrista Harj -appassionato di calcio- tifa West Ham United e nei suoi credits appare un eloquente: “Come on you Irons, I still believe”. Domanda facile facile: chi aveva Harj come compagni di merende allo stadio?
Autore: Antonio Mercurio