Sono vent’anni che i Têtes de Bois girano in lungo e in largo l’Italia sul loro vecchio camioncino Fiat tra palchi improvvisati, televisioni, teatri, luoghi di lavoro, centri sociali, biciclette rimanendo sempre fedeli a loro stessi e quindi ai loro ideali, continuando ostinatamente ad andare contro corrente.
Uno degli aspetti più apprezzabili di questo gruppo è la capacità di passare senza problemi da un teatro a un centro sociale, perché loro sono veramente pop, nel senso più gramsciano del termine.
Il titolo di quest’antologia è assolutamente pertinente e simboleggia in tutta la sua pienezza il percorso svolto da questi sei Artisti romani nei loro primi vent’anni di carriera, cui speriamo ne seguiranno almeno altrettanti.
Nel loro percorso i TDB hanno incrociato la strada con molti amici e colleghi da Paolo Rossi, a Francesco Di Giacomo, da Antonio Marangolo a Nada, da Daniele Silvestri a Rocco Papaleo, ma anche Militant A, Antonio Infantino, Ulderico Pesce, Rocco De Rosa, Monica Demuru e Canio Loguercio.
In questa raccolta, divisa in due cd sono presenti molti dei loro brani più caratteristici ed esaltanti, a partire da un manciata di canzoni con cui hanno omaggiato Leo Ferrè: “Gli anarchici”, “La luna” (cantata da Nada) e la commovente “Non si può essere seri a 17 anni”. Ma anche l’omaggio al Fabrizio De Andrè di “Amore che vieni, amore che vai”, oltre ai brani pescati dagli altri dischi, vale a dire da “Pace e male” “Abbasso Nixon”, “Io sono allegro” (con la partecipazione di Paolo Rossi), da “Avanti Pop”, la stessa title-track, “Rocco e i suoi fratelli” e “Lu furasteiro”, fino all’ultimo “Goodbike”, di cui apprezziamo la presenza di “Noi siamo il traffico” e di “Alfonsina e la bici” (con Militant A).
Nei trenta brani in scaletta sono presenti anche tre inediti, si tratta della rabbiosa ed accusatoria, verso i servi, “Cuore di cane”, l’elettroacustica rock “La canzone di Giovanni Passan” e l’introspettiva ed intimista “La solitudine delle idee”, inserita nel film di Filippo Vendemmiati sulla bella figura di Pietro Ingrao.
Con quest’antologia si fa un bel viaggio che rende la voglia di conoscere e di lottare.
Autore: Vittorio Lannutti