Non conosce sosta l’attività artistica di Nick Cave. Anzi, più passa il tempo (il nostro uomo ha compiuto da poco cinquant’anni) e maggiormente la sua creatività si dirama oltre il semplice concetto di songwriter. Scrittore di libri, sceneggiatore, attore sono tra i principali interessi extra musicali che egli coltiva. Nel campo delle sette note, ultimamente, Cave ha voluto allargare i propri orizzonti al di fuori di una lunga carriera solistica (a scanso di equivoci, è fresca notizia che il 3 Marzo 2008 uscirà, “Dig, Lazarus, Dig!!!”, il suo 14° album in studio) in cui, pur mantenendo una buona vena ispirativa, il meglio di sé forse già l’ha dato…
Si spiega così, la recente creazione del progetto Grinderman, in compagnia di alcuni elementi dei suoi fidi Bad Seeds. In questi giorni, invece, vede la luce la colonna sonora (campo nel quale già in passato si era cimentato il nostro) del film di Andrew Dominik, “The Assassination Of Jesse James By The Coward Robert Ford” (dove il musicista australiano appare anche in un piccolo cameo), composta da Cave insieme al sodale Warren Ellis.
La complessa figura dello spietato fuorilegge americano Jesse James, morto per mano di uno dei membri della sua banda, Robert Ford, è una di quelle intricate storie (in questo caso, tratta da un romanzo di Ron Hansen), in bilico tra mitologia e morte, che da sempre affascinano “King Ink”.
Non potendo contare, almeno stavolta, sull’ausilio delle parole, Cave ha lasciato che la sua immaginazione si trasformasse in commento sonoro. Aiutato in questo dalla perfetta simbiosi con Warren Ellis (da anni, col suo violino, membro stabile dei Bad Seeds), l’inedito duo ha concepito quattordici bozzetti di inquieta bellezza. L’impronta delle composizioni è contraddistinta dall’interazione tra pianoforte e violino, una combinazione che chi conosce l’opera “caviana” (specie quella più attuale) non mancherà di riconoscere. L’atmosfera solenne che permea l’intera soundtrack, raramente, provoca sbalzi d’umore, tranne in casi come quello del simil country di “Cowgirl”. Altrove, piccoli arricchimenti sonori, vengono intessuti con l’ausilio di minimali loops tecnologici o da casuali trame chitarristiche (“Carnival”) senza che ciò incida troppo sulla plumbea cappa che pervade questa colonna sonora. Tanto è vero che le inquietanti orchestrazioni di uno dei pezzi finali, “What Happens Next”, appaiono il perfetto preludio al tragico finale della storia. Non ci resta, allora, che vedere il film a cui queste musiche sono associate per renderci definitivamente conto della bontà dell’operazione.
Autore: LucaMauro Assante
www.nickcaveandthebadseeds.com