I bresciani Annie Hall prendono il nome dal titolo originale della pellicola di Woody Allen “Io e Annie” e sul sito della Pippola – etichetta responsabile del loro debutto insieme al circolo Arci Ponterotto di Montelupo Fiorentino – a proposito di “Cloud cuckoo land” leggiamo: “…un album che suona come una partita di squash giocata tra 4 freak in completino Sergio Tacchini classe 1972.” Può bastare come presentazione?
Qualcosa in più ce la racconta Fabio Dondelli, cantante, chitarrista e tastierista della band…
Parlaci un po’ della nascita degli Annie Hall…
Io e Andrea giocavamo a tennis insieme a Ghedi, paesino in provincia di Brescia… lui ha subito brucianti sconfitte fino all’età di 12 anni circa. Poi ha cambiato paese. Ci siamo rivisti qualche anno fa sul lago d’Iseo ad un concerto e abbiamo iniziato a parlar di musica e delle solite cose noiose. Poi lui mi ha dato le sue cose e io gli ho dato le mie. Ci siamo piaciuti. La storia d’amore non ha funzionato ma in compenso abbiamo messo su un gruppo di sui siamo molto soddisfatti. Budo e Giorgio sono gli altri due disperati.
Quali sono stati i vostri ascolti formativi?
Io e Andrea riassumerei con Beatles, Beach Boys, The Band, Big Star, Byrds, Wilco, Elliott Smith, Eels, Bob Dylan, De Andrè, De Gregori, Gaber, Fossati. Giorgio sta più verso Tortoise, Krafterk, Conte, Penguin Cafè Orchestra, Frank Zappa, Aphex Twin. Budo Nick Cave, Shellac, Stooges, Rockenrolle ad alto volume.
Domanda d’obbligo per un gruppo di casa nostra: cosa vi ha spinto a scegliere l’inglese come lingua d’adozione? La rinuncia all’italiano è da considerarsi definitiva?
Mmm… i testi ci escono così in modo abbastanza naturale… tutto qui. E poi le atmosfere dei nostri pezzi si sposano meglio con l’inglese. Adoriamo l’italiano e chi lo sa usare. E non sono poi così tanti, per fortuna. Escludo una virata improvvisa….almeno per gli Annie Hall….
E quali sono i temi conduttori del disco a livello lirico?
In generale nel disco si parla di amore (poco), di storie personali, di sogni …nulla di stabilito…l ’argomento esce sempre dopo… in base a come suona il pezzo. So che magari è “poco professionale” così…ma è la verità.
Vi sentite più a vostro agio con il look un po’ sfacciato di “Uncle pig” o con gli abiti da timidoni di “The lost wallet”?
Dipende molto dall’atmosfera in cui ci si trova. Abbiamo entrambe queste caratteristiche: la malinconia di The Lost Wallet e l’ironia di Uncle Pig (che narra dell’incidente di Budo)…un po’ come i film di Woody Allen ecco…
Il suono di questo debutto vi soddisfa e vi rappresenta al 100%?
Qui potrei usare la classica risposta “la cosa più bella la dobbiamo ancora fare” ma suonerebbe un po’ troppo auto celebrativo e mi potreste anche mandare a quel paese (con la mia approvazione ovviamente!) Mi limito a dire che le canzoni di Cloud Cuckoo Land ci piacciono un sacco e siamo molto soddisfatti…. e che abbiamo in cantiere molta altra roba che ci piace assaje e su cui stiamo già lavorando.
“Pop” fa rima con?
Stop! Coi Rolling Stones….vai Gianni!
Qualche mese fa leggevo su Rockit carteceo uno special dedicato ai gruppi e ai locali della vostra città, Brescia, paragonati a quelli di un’altra città lombarda, Bergamo. La “scena bresciana” è davvero così vitale? Fammi qualche nome da tenere d’occhio…
Sicuramente Brescia sta spingendo parecchio in questo periodo: cito Le Man Avec Les Lunettes, Ettore Giuradei, Jesus Etc., Asso, Manuele Zamboni e la sua orchestra ristretta, le Freaky Mermaids, Prospekt, Edwood,…e ce ne sono altri caspita…come faccio?
Nella mia collezione di cd, gli Annie Hall finiscono giusto in mezzo tra gli Almamegretta e gli Anthrax. Soddisfatto dei vostri vicini di scaffale?
Ahaahahah. Avevo una toppa degli Anthrax da adolescente (quelle da mettere sui giubbini di jeans). Ma non la indossavo, giuro, avevo e ho troppo pochi capelli per queste cose. Almamegretta massimo rispetto. Nella mia discografia se non erro dovrei finire fra Ryan Adams e Aphex Twin. Però…Autore: Guido Gambacorta
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