Stefanie Bohm e Micha Acher (Notwist) si ritrovano per dare vita a quest’album strordinario. Dopo un intro che assimila i suoni di uno qualsiasi dei giochi della console Atari, compare tra le pulsazioni elettroniche dei programmi di Micha, la voce angelica di Stefanie Bohm….che prima ci accarezza e poi lascia spazio ai corni che riempiono di sacralità questo brano ( “A Nod On Hold”). Un sogno elettro-bucolico. “Hands” non ti da scampo….un braccio, un dito, la testa….qualcosa devi pur muovere per andare dietro ad una specie di sirena della polizia giocattolo che scandisce tutto il pezzo. Stefanie Bohm è una sorta di entità bipolare…sa modulare la voce in maniera così precisa da poter ricoprire durante tutto l’arco dell’album ora la veste aggressiva e accattivante della troia e ora quella angelica di una madonna. Un angelo, però, alimentato da arterie di suoni artificiali, ma così profondamente umani. “Outlined view” acquisisce nei suoni la giocosità dei “Toy”, mentre nelle melodie della voce si veste di tristezza. Tutto ciò crea un turbine di emozioni così piacevolmente contrastanti che vorresti non finisse più. “Ms John Soda” riesce a fondere, in certi momenti, e a far convivere, in certi altri, delle sonorità che non sogneresti neanche insieme. Riescono a trovare un intelligente ed acuto compromesso tra la gravosità di certe sperimentazioni (proposte con ironia) e la leggerezza di stereotipi inseriti e riprodotti con una serietà assoluta. Ascoltandoli ti viene voglia di vivere. La loro musica, infatti, come in un’altalena emotiva, trasuda il dolce e l’amaro della vita. Così deliziosamente leggeri, i pezzi sembrano perennemente sospesi a mezz’aria. Un soffio soltanto li sorregge…la voce di Stefanie. Una contaminazione di suoni che non ha badato a spese….dalle foreste islandesi, ai video games, dai tombini di Harem, alle spiagge assolate di non so quale parte del mondo…tanto le spiagge a volte sembrano tutte uguali, perchè così tremendamente piene di vita (triste o allegra che sia).
Autore: Stefano Ferraro