autore: Francesco Raiola
L’ultima grossa testata a chiudere i battenti su carta era stata Newsweek solo un paio di mesi fa. Ma di crisi dei quotidiani cartacei se ne parla quotidianamente e il conto dei giornali che chiudono continua a crescere. E il problema riguarda tutti, anche in Italia, dove si cercano rimedi, dalla riduzione della foliazione al recupero (ipotizzato) di soldi grazie al paywall (è di oggi la notizia che alcuni tra i maggiori editori di quotidiani italiani si uniscano per creare un’Edicola italiana).
Nell’ultimo editoriale de Il Mucchio, ad esempio, la direttrice Daniela Federico parlava proprio di questa crisi e diceva che la salvezza del suo giornale è negli abbonamenti e in “un sito come si deve . Oltre ad applicazioni per tablet e a piccoli ma regolari eventi live”
Proprio oggi dà l’annuncio dell’addio alla carta SPIN, uno dei magazine di riferimento del panorama musicale mondiale sin dalla sua nascita nel 1985. Una scelta che viene dopo il cambio di proprietà dell’ultimo anno (era passato a Buzzfeed con conseguente licenziamento di 11 persone, un terzo dello staff) e il passaggio da mensile a bimestrale: scelte che non hanno cambiato la sostanza della crisi, portandoli ad accellerare il percorso al digital only. In un comunicato stampa pubblicato sul sito, scrivono che
(…) SPIN ha fermato la pubblicazione della sua edizione cartacea per investire maggiormente sul digitale, compreso SPIN.com, SPIN Play per iPad e SPIN mobile. SPIN è stato pioniere nel giornalismo musicale sin dal 1985 e speriamo continuerete a godere dei nostri contenuti editoriali, fotografici e multimediali online (…)
Per quanto riguarda gli abbonati sembra che l’editore invierà per mail i numeri rimanenti, ma chi vuole potrà chiedere i soldi indietro o al massimo cambiare l’abbonamento a SPIN con quello di Car and Driver. Contenti, no?