autore: Fausto Turi
L’etichetta discografica indipendente trevigiana Fosbury rec. festeggia i propri 10 anni di vita con questa ventiquattresima pubblicazione contenente 19 brani, per 65 minuti complessivi di musica, degli artisti che ne hanno fatto, ne fanno o in qualche caso ne faranno parte, ed è giusto citare innanzitutto alcuni nomi storici dell’indie rock italiano degli ultimi 15-20 anni: Valentina Dorme – shoegazer di spessore letterario, attivi dal 1993 con 7 dischi pubblicati sinora – qui presenti con l’erotica ‘Waterloo’, poi i Norman con lo sbilenco e poco decifrabile pop psichedelico intitolato ‘Normale non Male’, gli es con il riuscito ritornello che non dà tregua di ‘Constrictor’, gli En Roco – band con 11 anni d’attività, 4 dischi e 4 Ep all’attivo, qui con la sostenuta ‘In questa Situazione di Silenzio‘, e N.A.N.O., progetto di Emanuele Lapiana con due dischi all’attivo entrambi su Fosbury nel 2007 e 2011, qui con ‘Rel’, brano cinematografico dal suono new wave e shoegazer interessante, inclassificabile; tutti artisti – attenzione – che qui si presentano con brani inediti.
Straordinario poi, tra le cose migliori della raccolta, il pezzo intitolato ‘Pezzali’ di Unòrsominore, affresco dell’epoca infame che viviamo, dal tono indie e cantautorale; e ci sono Paul + Paula che tirano in ballo vibrazioni rock’n’roll da Rolling Stones e Dandy Warhols, nella loro ‘French Kiss’ in lingua inglese, ed i Mosquitos, che coverizzano il Lou Reed del 1984 in un’innteressante brano minore intitolato ‘What Becomes a Legend Most’; un contributo pop electro lo danno invece i Claut, con il brano anni 80 intitolato ‘Home’, e By Popular Demand con ‘Arms in the Air‘, coinvolgente singolo electro funk detroitiano anni 70.
Artemoltobuffa gioca col suo pop naif psichedelico in ‘Abecedario delle cose Perse’, e non finisce qui, perchè nella raccolta c’è l’impeccabile psichedelia krauta dei New Candys intitolata ‘Half-Hearted (Stoned)‘, e ancora Loft, Public, Ricky Bizzarro, Buldra, Kleinkief, Jocelyn Pulsar e Planet Brain.
Da sottolineare che per quanto brani e gruppi coinvolti nel progetto Fosbury siano musicalmente qualche volta anche molto diversi tra loro, è come se tutti insieme più o meno volontariamente portassero avanti un discorso unico, partendo da un minimo comune denominatore fatto di qualità, eccentricità, autoironia, con una prospettiva laterale sulle cose, lontanissima dalla bagarre per stare davanti a qualsivoglia telecamera, che talvolta persino nell’indie rock troppo spesso vediamo.